Settore della venditaCommercio online svizzero deve far fronte a concorrenza asiatica
hm, ats
25.9.2024 - 16:00
Il commercio online elvetico deve sempre più far fronte alla concorrenza di piattaforme cinesi quali Temu, Shein o AliExpress, in un contesto in cui l'intelligenza artificiale (IA) sta mutando profondamente il settore.
Keystone-SDA, hm, ats
25.09.2024, 16:00
25.09.2024, 16:14
SDA
È quanto emerge da uno studio di ZHAW, la scuola universitaria professionale di scienze applicate di Zurigo
Quattro operatori elvetici su dieci, interrogati nell'ambito di un sondaggio, si dicono direttamente toccati dalla forte diffusione dell'offerta asiatica: il 26% lamenta una pressione sui prezzi, il 22% un aumento della concorrenza, il 14% una riduzione dei margini, il 12% vede una crescita dell'eccesso di fornitura e un analogo 12% constata una riduzione del fatturato.
Va peraltro detto che il 61% non subisce conseguenze dirette. Questo potrebbe però cambiare se in futuro Temu e simili amplieranno la loro gamma di prodotti e rafforzeranno ulteriormente la loro presenza sui mercati europei, mettono in guardia gli esperti dell'istituto con sede a Winterthur (ZH), che hanno lavorato anche con la FHNW, la scuola universitaria professionale della Svizzera nord-occidentale. In tutti i casi per differenziarsi dalla concorrenza proveniente da i paesi lontani i siti elvetici puntano sulla qualità e sul servizio.
La stessa ricerca mette in risalto la forte diffusione dell'IA. Oltre la metà dei rivenditori online intervistati utilizza già l'intelligenza artificiale per la creazione (53%) e la traduzione di testi (54%). Il 42% si affida alle nuove tecnologie per la descrizione dei prodotti.
«L'intelligenza artificiale non solo fa risparmiare tempo e costi, ma spesso porta a una maggiore qualità delle informazioni e dei dati sui prodotti», afferma Darius Zumstein, responsabile dello studio, citato in un comunicato. «Questo, a sua volta, si traduce spesso in una maggiore visibilità nei motori di ricerca e in un aumento delle vendite». L'IA viene spesso utilizzata anche per l'ottimizzazione dei motori di ricerca e la creazione di immagini e video.
L'IA è invece ancora poco utilizzata per la personalizzazione e il servizio clienti, ad esempio per i consulenti di vendita digitali e i chatbot di assistenza (9%). Colpisce però il fatto che un'alta percentuale di aziende stia attualmente pianificando e testando diverse applicazioni specifiche in tale campo. «L'IA è arrivata nell'economia digitale in un breve lasso di tempo e non è solo una moda», sottolinea Zumstein.
Oltre alle numerose opportunità, il 44% dei rivenditori vede l'IA anche come una sfida: la mancanza di competenze e le difficoltà di integrazione nei processi aziendali esistenti sono tra i maggiori ostacoli. Alcuni criticano anche la mancanza di qualità e precisione dell'IA. «Inoltre quasi un terzo dei rivenditori online non investe nella formazione e nello sviluppo dei propri dipendenti, il che potrebbe portare a uno svantaggio competitivo a lungo termine», sostiene Fabian Oehninger, specialista presso la ZHAW, a sua volta citato nel documento per la stampa.
Intanto continua la tendenza a commercializzare i prodotti attraverso i motori di ricerca e i media sociali come TikTok, Instagram e YouTube. L'elevato livello di dinamismo e velocità del marketing rende la situazione non facile: da un lato la pressione sui prezzi e sui costi è in aumento, mentre dall'altro le risorse rimangono scarse, a causa dell'aumento della complessità e dei requisiti.