Politica monetaria Corte tedesca: sì al QE ma con molte riserve

ATS

5.5.2020 - 13:46

La Banca centrale europea ha tempo tre mesi per giustificare il suo agire.
La Banca centrale europea ha tempo tre mesi per giustificare il suo agire.
Source: Keystone/EPA/ARMANDO BABANI

È un sì limitato e con molte riserve e un pesante monito al governo di Berlino quello arrivato dalla Corte costituzionale tedesca chiamata a stabilire la legittimità del PSPP, il piano di acquisti lanciato ai tempi di Mario Draghi dalla Banca centrale europea (BCE).

La corte di Karlsruhe si limita ad accettare le decisioni della Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE) e a stabilire che il programma «non viola il divieto di finanziamento monetario» degli Stati membri. Ma nel giudizio odierno – che, si spiega, non riguarda le misure adottate nell'emergenza coronavirus – la Corte lancia pesantissime responsabilità al governo e al parlamento tedesco affinché adottino misure contro il Public Sector Purchase Programme (PSPP).

Il programma di acquisti – ricordano i giudici tedeschi – è una decisione della BCE «ultra vires», ovvero «al di là dei poteri» della banca centrale. Ma, si osserva, visto che i trattati assegnano alla Corte europea il mandato di interpretare l'applicazione delle misure, va rispettata la decisione di legittimità adottata a suo tempo da quest'ultima. Anche perché – si sottolinea – «se ogni Stato invocasse l'autorità di decidere della validità di atti dell'UE, questo ne minerebbe la applicazione uniforme».

Tuttavia, è l'affondo della Corte tedesca, «la valutazione della Corte di giustizia dell'UE non soddisfa i criteri di una revisione comprensibile» sull'effettivo rispetto da parte della BCE dei limiti del suo mandato. Anzi, si obietta, «contraddice l'approccio metodologico adottato dalla CGUE praticamente in tutti gli altri settori del diritto dell'Ue».

Un programma di acquisti di titoli di stato, come il PSPP, «che ha significativi effetti di politica economica, richiede che gli obiettivi di politica monetaria del programma e gli effetti di politica economica siano identificati, ponderati ed equilibrati l'uno rispetto all'altro», osservano i giudici tedeschi.

Invece, «perseguendo incondizionatamente l'obiettivo di politica monetaria del programma – raggiungere tassi di inflazione inferiori, ma prossimi al 2% – e ignorando i suoi effetti di politica economica, la BCE ignora palesemente il principio di proporzionalità» e le sue «decisioni controverse eccedono il mandato di politica monetaria» assegnato all'istituto.

Per la Corte «non è possibile determinare se il PSPP violi» la Costituzione tedesca o la responsabilità di bilancio del Bundestag, anche perché «non prevede un regime di condivisione dei rischi» fra la BCE e le singole banche centrali «che sarebbe anche inammissibile».

Tuttavia, è il monito dei giudici costituzionali tedeschi, «sulla base della loro responsabilità , il governo federale e il Bundestag tedesco hanno il dovere di adottare misure attive contro il PSPP nella sua forma attuale».

Sempre stando alla Corte, se non vi sarà un chiarimento della BCE entro tre mesi, alla Bundesbank è «proibito, dopo un termine di un periodo transitorio di massimo tre mesi (necessario per il coordinamento dell'eurosistema), partecipare a decisioni anticostituzionali (...) se il consiglio della BCE con una nuova decisione non chiarirà» che con il PSPP «non proceda a obiettivi di politica monetaria sproporzionati e che abbiano effetti di politica fiscale e di bilancio».

Tornare alla home page