Assemblea generale Axel Lehmann: «Credit Suisse sta cambiando»

hm, ats

29.4.2022 - 16:04

Non sono i momenti migliori della storia dell'istituto.
Non sono i momenti migliori della storia dell'istituto.
Keystone

Credit Suisse sta cambiando: lo ha assicurato il presidente del consiglio di amministrazione Axel Lehmann, nell'assemblea generale odierna della grande banca, svoltasi ancora una volta a porte chiuse.

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Gli azionisti rimangono però cauti: hanno approvato il discarico per il 2021, ma non per il 2020.

«I mutamenti devono cominciare al vertice», ha sottolineato il 63enne. Questa settimana la società ha reso noto quattro avvicendamenti nella direzione generale: alla fine saranno rinnovate complessivamente 11 posizioni su 13 nell'organo dirigente e questo mostra quanto profondi sono i cambiamenti in atto, ha aggiunto il presidente subentrato a António Horta-Osório, dopo le dimissioni di quest'ultimo sulla scia di uno scandalo sulle violazioni delle regole di quarantena. Anche nel Cda vi sarà un «rapporto equilibrato» fra i nuovi membri e quelli in carica da più tempo.

Lehmann ha promesso che in futuro la banca si concentrerà ancora di più sui clienti. Allo stesso tempo, però, attuerà una «gestione e un monitoraggio dei rischi ancora più sistematico».

«Tutti, nella nostra banca, devono sapere e percepire che, quando si tratta di rischio, non si può agire rapidamente», ha chiosato l'ex Ceo dell'assicuratore Zurich.

«Chiarezza, motivazione e convinzione»

A suo avviso comunque la cultura del rischio non deve essere principalmente intesa come repressione e divieti, ma al contrario portare a «chiarezza, motivazione e convinzione». Allo stesso tempo la banca vuole anche raggiungere una «cultura di apertura» in cui tutti siano coinvolti. «Abbiamo bisogno di una cultura che permetta il dissenso, per evitare gli errori e imparare da essi».

«Sì, la banca non è in forma e abbiamo bisogno di cambiamenti fondamentali», ha ammesso il presidente. Ma ha aggiunto che altre cose sono «positive, incoraggianti e orientate al futuro»: l'istituto ha una forte base di clienti, è leader in molti comparti, dispone di talenti e di una forte base di capitale. «Abbiamo un piano chiaro per riportare la banca al successo e alla crescita redditizia», ha assicurato l'economista con studi a San Gallo.

Anche il Ceo Thomas Gottstein ha espresso la convinzione che Credit Suisse sia sulla strada giusta, nonostante il debole inizio del nuovo anno. «Sono convinto che negli ultimi dodici mesi abbiamo creato le condizioni affinché la banca sia di nuovo molto più stabile e affidabile nel suo sviluppo». Per esempio l'impresa ha ora la giusta struttura organizzativa e il giusto team di gestione per attuare la strategia, ha detto. «Il consiglio di amministrazione sotto la guida di Axel Lehmann e la direzione sotto la mia guida sono sulla stessa linea», ha assicurato.

La fiducia degli azionisti non appare illimitata

La fiducia degli azionisti – strapazzata da un corso del titolo in borsa che dà ben poche soddisfazioni: -30% in un anno, a fronte per esempio di +20% di UBS – non appare comunque illimitata. L'assemblea si è rifiutata (con 59,95% di no) di concedere il discarico al Cda e alla direzione per l'esercizio 2020, un punto questo che era stato sospeso l'anno scorso in un momento in cui in primo piano vi erano le implicazioni della banca nei dissesti del fondo d'investimento Archegos Capital Management e dell'azienda britannica Greensill. Lehmann ha deplorato questa decisione e ha fatto sapere che il Cda rifletterà sui prossimi passi.

Per il 2021 il discarico (che, come noto, è l'atto giuridico che mette al riparo i dirigenti da azioni di responsabilità per quanto hanno fatto durante l'anno) è stato invece accolto con il 77,5% dei voti: esplicitamente escluse sono state però ancora una volta le vicende legate a Greensill.

In borsa il titolo Credit Suisse nel pomeriggio guadagnava circa il 6%. Va comunque considerato che rimane abbondantemente sotto i 7 franchi, con una performance del -24% dall'inizio dell'anno.

Questo venerdì in pratica in mani prevalentemente straniere, Credit Suisse – l'attuale ragione sociale del gruppo risale al 1997 – è stato a lungo un simbolo della Svizzera moderna: la banca venne infatti fondata nel 1856 a Zurigo quale Schweizeriche Kreditanstalt (Credito Svizzero, CS) da Alfred Escher (1819-1882), l'imprenditore che come noto ebbe un ruolo di primissimo piano anche nella costituzione di altri pilastri epocali elvetici quali il Politecnico federale e la ferrovia del San Gottardo.

Il nome CS è anche legato a uno dei più grandi scandali bancari della Confederazione, quello che interessò la filiale di Chiasso – riciclaggio di capitali in fuga dall'Italia – e che scoppiò nel 1977, con profonde ripercussioni sull'intero settore elvetico.