Top manager pedinato Credit Suisse: caso Khan, un intermediario si è tolto la vita

ATS

1.10.2019 - 14:50

Paradeplatz è al centro di un caso che si è trasformato anche in tragedia.
Paradeplatz è al centro di un caso che si è trasformato anche in tragedia.
Source: KEYSTONE/GAETAN BALLY

Assume anche i contorni della tragedia personale la vicenda del top manager pedinato da Credit Suisse: un intermediario che agiva fra la banca e l'azienda di sicurezza Investigo si è tolto la vita.

La notizia, diffusa in un primo tempo dal portale online Inside Paradeplatz, è stata confermata alla Reuters da Thomas Fingerhuth, avvocato della società Investigo. L'uomo, un esperto di sicurezza, aveva avviato per conto della banca la sorveglianza di Iqbal Khan, che sino a fine giugno era responsabile della gestione patrimoniale di Credit Suisse e che proprio da oggi ricopre la stessa funzione presso UBS, in qualità di co-responsabile a fianco dell'americano Tom Naratil.

Le condoglianze di Urs Rohner 

Il presidente del consiglio di amministrazione di Credit Suisse Urs Rohner ha espresso le condoglianze ai parenti del defunto. «È con grande tristezza e sgomento che abbiamo appreso della tragica morte di un esperto di sicurezza esterna che lavorava per Credit Suisse», ha affermato martedì nella conferenza stampa in cui ha annunciato la partenza di due dirigenti e la conferma del Ceo Tidjane Thiam. 

«Porgiamo le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia e ai suoi amici, ha aggiunto Rohner, che non ha voluto commentare ulteriormente la vicenda.

L'uomo di sentiva minacciato

Stando a Inside Paradeplatz, l'uomo si sentiva minacciato nella sua esistenza: titolare di una piccola azienda, temeva di finire stritolato per colpa del caso e si sarebbe sentito in colpa per il fatto che la sorveglianza di Khan era diventata di dominio pubblico.

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