CongiunturaEconomia svizzera, prospettive intatte secondo Raiffeisen
hm, ats
19.1.2022 - 17:01
Le prospettive di crescita dell'economia svizzera nel 2022 rimangono intatte, ma l'incertezza delle previsioni resta elevata.
Keystone-SDA, hm, ats
19.01.2022, 17:01
19.01.2022, 17:27
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Oltre all'evoluzione della pandemia la complessa situazione geopolitica costituisce un fattore imprevedibile che rende del tutto immaginabili anche altri scenari, affermano gli esperti di Raiffeisen.
Gli specialisti della banca hanno confermato oggi i loro pronostici, che vertono su una progressione del prodotto interno lordo (Pil) del 3,5% nell'ormai concluso 2021 e del 2,5% durante l'anno in corso. Nel 2022 la crescita non dovrebbe essere forte quanto quella dei dodici mesi precedenti, ma dovrebbe comunque essere superiore alla media pluriennale.
Una volta placatasi l'attuale ondata della variante Omicron del coronavirus, gli economisti di Raiffeisen individuano ulteriore potenziale di ripresa soprattutto nei settori dei servizi che comportano vicinanza alla clientela, fortemente penalizzati durante l'intera pandemia.
Omicron non sembra fare paura: anche nel caso di un aumento esponenziale delle infezioni e un numero di casi di quarantena senza precedenti, Raiffeisen prevede che la perdita di lavoro massima, limitata a un periodo molto breve, nel peggiore dei casi equivarrà a un 0,3% del Pil annuale, una quota giudicata ridotta. L'impatto non sarà quindi paragonabile a quello del confinamento del marzo 2021, durato più a lungo delle settimane di picco prevedibili ora.
In Svizzera il contraccolpo della crisi del coronavirus è stato quindi assorbito in modo sorprendentemente rapido. Le ampie misure di sostegno statali, tra cui soprattutto l'indennità per lavoro ridotto, i crediti Covid-19 e gli aiuti per i casi di rigore, hanno evitato un'ondata di fallimenti aziendali e una massiccia perdita di posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è quasi tornato al livello pre-crisi. Pertanto l'economia svizzera, indipendentemente dalla pandemia non ancora terminata, si trova già nuovamente in una fase matura.
L'inflazione si attesterà nel 2022 all'1,5%: elevata rispetto al passato, ma estremamente contenuta a livello internazionale, anche grazie a un franco sempre tendenzialmente forte. A differenza di quanto avverrà negli Stati Uniti, ed eventualmente anche nell'Eurozona, nel 2022 nella Confederazione non dovrebbe ancora essere avviato un primo aumento dei tassi.
Anche se la Banca centrale europea (Bce) attualmente non mostra alcuna intenzione di mettere fine all'allentamento quantitativo è possibile che a inizio 2023 anche in Europa possa però essere avviata una prima fase di aumenti dei tassi. «In tal modo si amplierebbe pure il margine di manovra della Banca nazionale svizzera per avviare perlomeno un abbandono dei tassi negativi», afferma il capo-economista Martin Neff, citato in un comunicato. «Ciò dovrebbe però di certo avvenire solo nel 2023», conclude l'esperto.