Prospettive economiche Per Economiesuisse la seconda metà del 2023 sarà più cupa

hm, ats

2.6.2023 - 10:00

Economiesuisse è la voce delle imprese elvetiche.
Economiesuisse è la voce delle imprese elvetiche.
Keystone

Dopo un primo trimestre 2023 incoraggiante le prospettive per la seconda metà dell'anno si fanno più cupe sul fronte congiunturale elvetico.

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È il giudizio di Economiesuisse, che parla di una crescita economica fragile, in un contesto caratterizzato da persistente inflazione e carenza di manodopera. La situazione è comunque molto variegata, sia in termini settoriali che fra azienda e azienda.

Nell'anno in corso la progressione del prodotto interno lordo (Pil) dovrebbe attestarsi allo 0,6%, ha indicato oggi la federazione delle imprese svizzere nell'ambito della presentazione delle sue previsioni. Il dato è immutato rispetto alla rilevazione precedente, che risale al 5 dicembre. Viene anche offerta una prima stima riguardante il 2024: l'espansione economica si attesterà allo 0,9%.

L'inflazione resta tenace, constata l'organismo che sostiene di rappresentare 100'000 aziende e 2 milioni di posti di lavoro. Mentre l'energia e i generi alimentari sono diventati più economici rispetto all'anno scorso, altri prezzi stanno aumentando su tutta la linea. Soprattutto negli Stati Uniti e nell'Ue la spirale salari-prezzi è già molto avanzata e impedisce al rincaro di scendere più rapidamente. «La reazione troppo tardiva delle principali banche centrali all'aumento dei prezzi diventa ora problematica», sostengono gli esperti di Economiesuisse, citati in un comunicato. Nemmeno i recenti forti aumenti dei tassi di interesse sono riusciti a invertire la tendenza.

È sempre più chiaro che la lotta all'inflazione non è gratuita, constatano gli specialisti. Per riportare l'inflazione al livello del 2% sarà necessario uno sviluppo economico più debole. La Germania è già in recessione, la crescita della zona euro è debole e tra i grandi blocchi economici solo la Cina è in ripresa. Le strozzature dell'offerta si sono ridotte notevolmente, ma non ancora del tutto.

La debole crescita dell'economia globale grava anche sull'industria svizzera delle esportazioni. Inoltre molte aziende lamentano ancora problemi ad acquistare prodotti all'ingrosso in modo tempestivo. L'industria meccanica, elettrotecnica e metallurgica, così come il comparto chimico, prevedono quest'anno un calo significativo del valore aggiunto. Le esportazioni di prodotti tessili sono stagnanti. Altri settori di esportazione meno ciclici, come quello farmaceutico e delle tecnologie mediche, stanno invece crescendo. Anche l'industria orologiera è in fase di espansione.

Un quadro a tinte chiaro-scure si presenta anche sul mercato interno. Le banche orientate al mercato nazionale stanno beneficiando degli aumenti dei tassi d'interesse; nel settore assicurativo, invece, la crescita è un po' meno robusta rispetto agli anni precedenti, dato che l'andamento economico generale è poco dinamico. I comparti statali o parastatali, come la sanità, l'amministrazione pubblica o l'energia sono in ripresa.

L'attività è per contro in calo nei settori in cui i tassi d'interesse più elevati e l'aumento dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari hanno un impatto maggiore, in particolare nel commercio al dettaglio o nell'edilizia. Le prospettive di crescita variano comunque non solo tra i vari rami, ma anche all'interno degli stessi settori: anche in comparti economici generalmente in grande difficoltà ci sono imprese con una situazione commerciale da buona a molto buona.

Sempre secondo Economiesuisse la «grave carenza» di manodopera agisce come un inibitore della crescita: le ditte con buone prospettive di vendita hanno grandi difficoltà ad assumere personale qualificato a causa delle difficoltà del mercato del lavoro. Circa il 30% delle società interpellate nell'ambito di un sondaggio vorrebbe creare nuovi posti di lavoro, mentre il 10% punta a ridurre l'organico.

I tassi ipotecari più elevati riducono la crescita dei prezzi degli immobili. Ma gli affitti, che sono fortemente ponderati nell'indice nazionale dei prezzi al consumo, sono in aumento. Parallelamente l'acuta carenza di personale sta portando a un aumento degli stipendi in molti settori. L'apprezzamento del franco sta rallentando l'inflazione importata, ma la Svizzera non può sfuggire completamente allo sviluppo del rincaro internazionale.

Di conseguenza, il tasso d'inflazione rimarrà tenacemente al di sopra della soglia del 2%: Economiesuisse prevede un rialzo dei prezzi del 2,2% quest'anno e del 2,5% nei dodici mesi successivi. L'associazione ipotizza anche che la Banca nazionale svizzera (BNS) effettuerà ancora quest'anno almeno un'altra manovra sui tassi d'interesse e che i tassi a breve termine saliranno al 2%.

Più in generale sul fronte dei rischi l'organizzazione cita fra l'altro le tensioni sul mercato immobiliare e l'approvvigionamento energetico, considerato non garantito il prossimo inverno. Anche i conflitti geopolitici potrebbero intensificarsi.