Epidemia e congiunturaEconomiesuisse vede meno nero, Pil 2020 -3,5%
hm, ats
8.12.2020 - 15:06
Economiesuisse vede meno nero riguardo all'andamento della congiuntura: stando alle previsioni diffuse oggi il prodotto interno lordo (Pil) dovrebbe calare quest'anno del 3,5%, contro il -5,4% pronosticato in giugno.
Per il 2021 è atteso un rimbalzo, accompagnato da un aumento della disoccupazione, che salirà al 3,5%.
Il crollo dell'economia elvetica del 2020 sarà quindi meno marcato di quanto si temesse qualche mese fa, ma il Pil subirà un rallentamento molto più consistente di quanto avvenuto nell'anno che aveva fatto seguito alla crisi dei mercati finanziari, spiega l'organizzazione in un comunicato odierno. Si tratta del più grande contraccolpo economico degli ultimi 45 anni.
La seconda ondata della pandemia di coronavirus, alla fine dell'autunno, ha brutalmente posto fine ad una vigorosa ripresa parziale dopo l'allentamento delle misure in maggio e giugno, osserva Economiesuisse. Il forte aumento dei contagi e il rischio di una saturazione del sistema sanitario hanno spinto le autorità a limitare nuovamente le attività economiche e private. Tuttavia, le restrizioni imposte sono state minori: il rallentamento attuale delle attività pesa dunque nettamente meno sull'economia indigena nel suo insieme.
A soffrire sono principalmente la ristorazione, i locali notturni, l'industria alberghiera nelle città, il traffico ferroviario e aereo, nonché i rispettivi fornitori di questi settori. A ciò vanno aggiunte le misure di quarantena e le assenze per causa di malattia, che provocano considerevoli difficoltà a numerose imprese dei settori della costruzione, dell'industria e dei servizi.
Nei prossimi mesi lo sviluppo economico globale rimarrà debole, ritiene l'organizzazione federativa. La domanda in Cina si sta sviluppando nuovamente in modo positivo: questo potrebbe in qualche modo attenuare il crollo nei paesi occidentali. Fortunatamente inoltre i vaccini dovrebbero essere disponibili abbastanza rapidamente nel 2021 e con la prospettiva di una possibile fine della pandemia emerge un certo grado di fiducia nel futuro.
L'anno prossimo si dovrebbe assistere a un rimbalzo dei consumi privati in Svizzera. Anche se il numero dei disoccupati è in crescita, l'aumento dei senza lavoro sarà meno grave di quanto ci si aspettasse in estate. Inoltre i salari reali stanno aumentando, nonostante la crisi, grazie al rincaro negativo. Poiché non si prevede alcun cambiamento nella politica monetaria, i tassi d'interesse ipotecari rimarranno molto bassi e non graveranno sui consumi.
I rischi rimangono però elevati, mette in guardia Economiesuisse. In primo luogo se i vaccini non dovessero rispondere alle aspettative vi potrebbero essere nuove restrizioni nell'autunno 2021. Secondariamente, con la crisi l'indebitamento è aumentato in tutto il mondo e le banche centrali hanno fornito ai mercati molta liquidità: non sono esclusi lo scoppio di bolle o la correzione delle sopravvalutazioni. Terzo, in primo piano vi sono sempre fattori geopolitici: è improbabile che i conflitti commerciali tra Cina e Stati Uniti si concludano con l'elezione del nuovo presidente americano, la Brexit sembra complicata e il coronavirus ha rafforzato il protezionismo invece di contenerlo.
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