ConflittoEdilizia: nessuna soluzione anche dopo i nuovi negoziati
ev, ats
15.11.2022 - 11:26
Anche il settimo round di negoziati tra i partner sociali del settore edile non ha portato ad alcun avvicinamento sulla questione dell'orario di lavoro, hanno comunicato oggi i sindacati.
Keystone-SDA, ev, ats
15.11.2022, 11:26
15.11.2022, 11:33
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Da parte sua la Società svizzera degli impresari-costruttori (SSIC) parla di «colloqui condotti in modo costruttivo».
Le parti contraenti hanno concordato due altre date per le trattative: martedì 22 novembre e lunedì 28 novembre. L'obiettivo dei sindacati è di raggiungere un risultato entro il 28 novembre che possa essere sottoposto agli organi decisionali, sottolineano Syna e Unia in un comunicato.
Il Paese vive attualmente una mobilitazione generale dei lavoratori edili. Dal 17 ottobre circa 15'000 muratori sono scesi in piazza in tutta la Svizzera per protestare contro «le richieste sproporzionate degli imprenditori».
Secondo i sindacati, il settimo ciclo di negoziati non ha portato a un avvicinamento sulle questioni cruciali come l'orario di lavoro. Gli imprenditori – indicano i sindacati nel comunicato – continuano a insistere affinché le giornate di lavoro siano ancora più lunghe in estate e il lavoro a chiamata aumenti in inverno.
I lavoratori edili non accetteranno in alcun caso una soluzione così unilaterale. In assenza di una soluzione negoziata nel settore edile vi sarà dal primo gennaio 2023 un vuoto contrattuale. Da quella data in poi occorrerà aspettarsi nuove mobilitazioni e azioni di sciopero, avvertono.
Discussione sui salari
La SSIC da parte sua ha parlato di discussioni «costruttive». Afferma di aver risposto alle preoccupazioni dei lavoratori in merito all'orario di lavoro.
La SSIC si dice anche pronta a discutere di aumenti salariali. Questi ultimi sono possibili «se c'è un miglioramento sostanziale» del contratto nazionale mantello (CNM) sugli orari di lavoro. Senza questi miglioramenti, tuttavia, le possibilità sono «a un livello molto più basso».
Gli imprenditori ritengono inoltre irrealistiche le attuali richieste sindacali di una compensazione totale dell'inflazione e di un aumento salariale dell'1%.