Elon Musk vuole Twitter e mette sul piatto 43 miliardi di dollari in un'offerta ostile per salire al 100% della società che cinguetta e aggiungere al suo palmares di titoli anche quello di «barone dei social media».
Keystone-SDA
14.04.2022, 20:50
SDA
Con una mossa a sorpresa dopo due settimane convulse, durante la quali ha annunciato di aver rivelato una quota del 9% in Twitter e ha bocciato l'idea di entrare nel consiglio di amministrazione della società, Musk lancia l'affondo sulla piattaforma dallo «straordinario potenziale» non espresso.
Il suo piano prevede un delisting della società per apportare le modifiche necessarie e rilanciare Twitter come la «piattaforma della libertà di espressione» per eccellenza.
«Credo che la libertà di parola sia un imperativo sociale per una democrazia funzionante. Ma con il mio investimento ho realizzato che la società non può né prosperare né servire questo imperativo nella sua forma attuale.
Twitter deve essere trasformata» per sbloccare il suo potenziale, afferma Musk nella comunicazione alla Sec in cui annuncia la sua operazione e nella quale mette in evidenza di non avere «fiducia nel management» della società che cinguetta.
Il consiglio di amministrazione di Twitter si impegna a esaminare con attenzione l'offerta in contanti e a decidere «nel miglior interesse di tutti gli stakeholder».
Non è chiaro quando una decisione arriverà, ma nel frattempo l'offerta di Musk è bocciata dal principe saudita Talal Alwaleed, azionista di Twitter, perché non riflette neanche lontanamente il «valore intrinseco» della società.
Il patron di Tesla ha messo sul piatto 52,40 dollari per azione, con un premio del 54% rispetto al giorno in cui ha iniziato a investire in Twitter in gennaio. «E' l'offerta migliore e quella definitiva», dice Musk, minacciando velatamente la possibilità di rivedere anche il suo ruolo di azionista nella società qualora la sua proposta venisse bocciata.
Alcuni dubbi tra gli investitori
Il titolo Twitter vola inizialmente a Wall Street con l'offerta di Musk, poi però gira in negativo con gli investitori che sollevano dubbi sulla sua bontà.
Fra le incognite c'è la modalità con cui Musk finanzierà l'operazione. Il patron di Tesla è l'uomo più ricco del mondo, con la maggior parte della sua fortuna legata al colosso delle auto elettriche. Pur potendo far leva sui titoli di Tesla per ottenere finanziamenti e prestiti dalla banche, Musk deve far i conti con i limiti imposti dal colosso delle auto elettriche sull'uso delle quote in possesso come collaterale.
Secondo le stime di alcuni analisti, Musk per realizzare il suo piano di un delisting di Tesla ha bisogno di un finanziamento fra i 15 e i 20 miliardi.
Un altro dubbio che agita gli investitori è il modello di business che Musk vorrebbe attuare. Nelle scorse settimane ha paventato l'ipotesi di un abbonamento al servizio da due dollari mese, strada che non convince gli osservatori e che richiederebbe anni prima di rivelarsi redditizia.
Trump potrebbe tornare su twitter?
Al possibile controllo di Twitter da parte di Musk guardano con attenzione i repubblicani, che vedono nella scalata un'opportunità per consentire a Donald Trump di tornare sulla piattaforma dopo esserne stato bandito.
Con Musk, è la convinzione, la libertà di parola tornerà centrale a danno di una Silicon Valley che «censura» i conservatori perché non ne condivide le idee.
Finora l'ex presidente ha detto che non è sua intenzione tornare su Twitter perché la piattaforma è ormai noiosa. La possibile ascesa di Musk però potrebbe essere una tentazione troppo forte per resistere perché dei tanti aggettivi che descrivono da Musk – dall'uomo più ricco del mondo al nuovo Steve Jobs – non c'è di sicuro quello di «noioso».