Aumento del rincaro Gli esperti non si aspettano un'impennata dell'inflazione

hm, ats

8.1.2024 - 16:00

L'evoluzione dei prezzi viene tenuta sotto controllo anche dalla Banca nazionale svizzera.
L'evoluzione dei prezzi viene tenuta sotto controllo anche dalla Banca nazionale svizzera.
Keystone

Gli esperti non prevedono un aumento incontrollato dell'inflazione in Svizzera, malgrado la sensibile progressione (rincaro all'1,7% in dicembre, oltre le attese e a fronte dell'1,4% di novembre) resa nota stamani dall'Ufficio federale di statistica (UST).

Secondo gli specialisti l'attuale aumento annuale dei prezzi è dovuto principalmente al cosiddetto effetto base del costo dell'energia: dopo un calo molto forte nello stesso mese del 2022 questi oneri hanno nuovamente contribuito all'inflazione, scrivono ad esempio gli analisti di Raiffeisen.

Altri motivi citati dagli economisti sono gli aumenti dei prezzi dei trasporti pubblici, la riduzione degli sconti dopo il periodo del Black Friday e la crescita generale dei prezzi nel settore dei servizi.

A detta all'esperto di Swiss Life Marc Brütsch è probabile che i prezzi aumentino ancora in gennaio: a suo avviso il tasso di inflazione salirà al 2,2% a causa del rincaro dell'elettricità, dell'aumento delle tariffe postali e della progressione dell'IVA. Secondo Brütsch l'incremento dell'inflazione sarà però solo di natura temporanea.

La stessa opinione viene condivisa anche dai colleghi. «Nel complesso, non vi sono segnali di un'inversione di tendenza nella dinamica dei prezzi», afferma Alexander Koch di Raiffeisen.

A parte la consueta volatilità e gli annunciati aumenti posticipati dei prezzi amministrati, il quadro in Svizzera rimane a suo avviso «tranquillo». Koch pronostica un'inflazione media dell'1,5% nel 2024. A titolo di confronto, nel 2023 si è registrato il 2,1% e nel 2022 il 2,8%.

La maggior parte dei previsori stima un'inflazione media inferiore al 2% nel 2024, livello che la Banca nazionale svizzera (BNS) considera il limite massimo per la stabilità dei prezzi.

Tra questi vi è anche l'economista di UBS Alessandro Bee: secondo lo specialista i tassi di rincaro al livello attuale saranno probabili anche per la prima metà dell'anno. «Nella seconda metà l'inflazione per contro scenderà», afferma. Questo anche sulla scia del debole utilizzo delle capacità produttive.

Di conseguenza la BNS avrà di nuovo maggiore margine di manovra per ridurre i tassi d'interesse al fine di sostenere l'economia: Bee prevede un primo taglio del costo del denaro in giugno, seguito da altri due nella seconda metà dell'anno.

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