Politica monetaria Esperti unanimi, giovedì BNS lascerà tasso invariato al -0,75%

hm, ats

23.3.2021 - 17:02

Gli occhi degli investitori tornano a rivolgersi verso la BNS.
Gli occhi degli investitori tornano a rivolgersi verso la BNS.
Keystone

Gli esperti sono unanimi: giovedì la Banca nazionale svizzera (BNS), nell'ambito del suo esame trimestrale della situazione economica e monetaria, manterrà fermo il tasso di riferimento al -0,75%, il livello dove si trova da ormai più di sei anni.

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Rimarranno inoltre inalterati gli interessi negativi che le banche devono pagare – oltre una certa somma – per i loro depositi presso la BNS, ritengono i 35 specialisti interpellati dalla Reuters.

«È improbabile che la BNS abbia fretta di inasprire la sua politica monetaria mentre l'economia deve riprendersi dallo shock pandemico», afferma Gianluigi Mandruzzato, economista di EFG Asset Management. La banca centrale eviterà segnali che possano provocare pressioni al rialzo sul franco.

Stando ai risultati del sondaggio gli economisti si aspettano un primo aumento dei tassi in Svizzera al più presto nel secondo trimestre del 2023. Questo mentre però diverse banche centrali, come quella norvegese, hanno indicato che stanno considerando un rialzo.

Di recente il vicepresidente della direzione della BNS Fritz Zurbrügg aveva detto di accogliere favorevolmente l'indebolimento del franco che si è prodotto nelle ultime settimane, aggiungendo però che a sua avviso resta necessaria una politica monetaria espansiva. L'istituto era intervenuto in precedenza con somme enormi sul mercato delle divise per evitare l'apprezzamento del franco: l'anno scorso – è notizia di ieri – ha operato acquisti per 110 miliardi di franchi.

Il recente rafforzamento delle due principali monete di riferimento per gli esportatori elvetici, euro e dollaro, potrebbe però ora permettere alla BNS di ridimensionare i suoi interventi o addirittura darebbe l'opportunità di iniziare a ridurre le posizioni in valuta estera. Questo faciliterebbe anche le relazioni con gli Stati Uniti, che classificano la Svizzera come un manipolatore di valuta.

Come noto la valuta elvetica è considerata dagli investitori un rifugio più sicuro di altri e guadagna sempre valore in tempi incerti, cosa che rende l'export elvetico più caro e ha effetti negativi sul turismo.