Esportazioni record Esportazioni svizzere da record, in gran forma il ramo chimico-farmaceutico

hm, ats

17.3.2022 - 10:00

Non poco dell'export elvetico passa per il porto di Basilea, regioni in cui hanno sede anche le principali aziende farmaceutiche.
Non poco dell'export elvetico passa per il porto di Basilea, regioni in cui hanno sede anche le principali aziende farmaceutiche.
Keystone

Dopo due mesi di calo le esportazioni svizzere segnano un nuovo record, sulla scia del dinamismo del comparto chimico-farmaceutico: in febbraio hanno raggiunto i 24,0 miliardi di franchi, con un balzo del 15,4% rispetto a gennaio.

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Le importazioni sono per contro calate del 2,9% a 18,3 miliardi.

Il secondo mese dell'anno si chiude così con un'eccedenza di 5,7 miliardi, stabilendo un nuovo primato dopo i 4,5 miliardi dell'agosto 2021, emerge dai dati pubblicati oggi dall'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), cioè l'entità che sino alla fine del 2021 si chiamava Amministrazione federale delle dogane (AFD). Le variazioni indicate sono nominali: in termini reali (vale a dire corrette dell'effetto dei prezzi) si sono attestate rispettivamente a +8,1% (export) e -0,9% (import).

Nel confronto con gennaio i vari settori dell'export hanno mostrato andamenti assai differenti. Quello di gran lunga più importante, la chimica-farmaceutica, segna (a livello nominale) +26,9% (a 13,4 miliardi di franchi); seguono le macchine e l'elettronica (-1,1% a 2,7 miliardi), l'orologeria (+8,1% a 2,0 miliardi), che torna con il segno più dopo tre mesi negativi, gli strumenti di precisione (+3,8% a 1,5 miliardi) e i metalli (+4,4% a 1,3 miliardi).

A livello geografico, il continente più importante per i prodotti con il marchio della balestra rimane l'Europa (+6,5% a 13,6 miliardi), grazie anche al dinamismo mostrato dal principale paese di sbocco dell'export, la Germania (+6,3% a 3,9 miliardi). In forte crescita è il Nordamerica (+52,1% a 5,5 miliardi), mentre avanza meno l'Asia (+1,4% a 4,7 miliardi), con una performance comunque assai più decisa della Cina (+19,1% a 1,5 miliardi).

Anche sul fronte delle importazioni il settore più importante, pur mostrando un calo, è quello chimico-farmaceutico (-5,2% a 5,0 miliardi), seguito da macchine ed elettronica (+2,6% a 2,9 miliardi), prodotti energetici (-18,4% a 1,6 miliardi), metalli (+4,4% a 1,6 miliardi), veicoli (-12,2% a 1,3 miliardi), alimentari (+3,0% a 1,0 miliardi), nonché tessili e abbigliamento (+2,2% a 1,0 miliardi). Riguardo alle regioni, sono in flessione Europa (-5,4% a 13,1 miliardi) e Asia (-3,1% a 3,6 miliardi), mentre avanza il Nordamerica (+6,2% a 1,3 miliardi).