Social Su Facebook e Instagram si pagherà per account «verificati» 

SDA

19.2.2023 - 21:45

Meta, l'azienda proprietaria di Facebook e Instagram ha annunciato che le due reti sociali introdurranno un programma a pagamento per rendere gli account verificati. (immagine simbolica)
Meta, l'azienda proprietaria di Facebook e Instagram ha annunciato che le due reti sociali introdurranno un programma a pagamento per rendere gli account verificati. (immagine simbolica)
Keystone

«Facebook è gratis e lo sarà sempre». Così recitava la scritta sulla homepage di quello che, per molto tempo, è stato il principale social network al mondo. Ma, si sa, il «per sempre» si scontra spesso con la dura realtà: Meta, l'azienda proprietaria di Facebook e Instagram, è pronta a lanciare un abbonamento a pagamento che permetterà agli utenti di ‹verificare› la loro identità. La decisione segue a stretto giro quella di Twitter: Mark Zuckerberg, insomma, si accoda a Elon Musk.

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È lo stesso amministratore delegato di Meta a dare l'annuncio sul suo profilo: per 11,99 dollari al mese – 14,99 se acquistato tramite l'app iOS – Meta Verified permetterà agli utenti di «autenticare il proprio account con un documento, avere una spunta blu, avere protezione extra contro i furti di identità e accesso rapido all'assistenza» ha scritto Zuckerberg.

L'amministratore delegato ha anche precisato che il servizio a pagamento sarà accessibile solo a chi ha più di 18 anni e che non ci sarà nessun cambiamento per chi ha già un account verificato su Facebook o Instagram.

Il debutto è previsto per questa settimana e i palcoscenici di prova saranno Australia e Nuova Zelanda.

L'annuncio di Meta arriva dopo le difficoltà economiche che l'azienda della Silicon Valley si è trovata ad affrontare nell'ultimo periodo. A novembre avevano perso il posto 11.000 impiegati, il 13% del totale: il più grande licenziamento della storia della compagnia.

Ci sarà la levata di scudi che s'è vista contro Elon Musk?

Forse a Zuckerberg andrà meglio che a Musk che inizialmente aveva dovuto ritirare l'idea dopo che un'ondata di account falsi avevano spaventato gli inserzionisti e messo in dubbio il futuro del sito.

L'ad di Twitter l'aveva poi rilanciata in sordina a dicembre. Le polemiche erano state molte. Tra i vip più indispettiti dal dover pagare per avere i propri tweet verificati, c'era stato Stephen King: «Venti dollari al mese per la mia spunta blu? Si fottano, dovrebbero pagarmi loro», aveva cinguettato lo scrittore di best seller. «Dobbiamo pagare le bollette in qualche modo – aveva replicato Musk-. Twitter non può fare affidamento esclusivamente sulla pubblicità. Che ne dite di 8 dollari?». Proprio la cifra che adesso si paga sul social dell'uccellino.

La mossa dell'azienda aveva irritato anche la deputata dei Democratici Alexandria Ocasio-Cortez: è divertente, aveva scritto, «che un miliardario stia seriamente cercando di vendere alla gente l'idea che la ‹libertà di parola› sia in realtà un abbonamento da otto dollari al mese», aveva detto AOC. P

ronta la risposta di Musk: «Apprezzo il feedback, fanno otto dollari». E adesso, sull'account Facebook di Zuckerberg, c'è chi scherza su questo: «Quando è troppo è troppo! Vado su Twitter, dove la spunta blu costa solo 8 dollari al mese», ha commentato il popolare illustratore Rob DenBleyker.