Equivalenza borsa Fra grandi aziende SMI prevale l'attendismo

ATS

1.7.2019 - 14:51

Equivalenza borsa: fra le grandi aziende SMI prevale l'attendismo (foto simbolica)
Equivalenza borsa: fra le grandi aziende SMI prevale l'attendismo (foto simbolica)
Source: KEYSTONE/ENNIO LEANZA

Calma e gesso: è questo in estrema sintesi l'atteggiamento che sembra prevalere fra le grandi aziende quotate alla borsa svizzera nel primo giorno in cui al mercato elvetico non è più garantita l'equivalenza da parte dell'Unione europea.

Reagendo alla misura di Bruxelles – che blocca il riconoscimento perché non vi sono progressi ritenuti sufficienti nell'ambito dell'accordo quadro istituzionale – il Consiglio federale ha vietato la negoziazione di azioni svizzere sulle piazze europee.

L'agenzia finanziaria Awp ha chiesto alle 20 imprese elvetiche inserite nell'SMI, l'indice principale della borsa elvetica, come intendono muoversi alla luce di questi sviluppi: 11 dicono di non aver intenzione di abbandonare il mercato elvetico, 1 rifiuta di esprimersi e 8 non hanno preso posizione.

«Al momento per noi non cambia nulla», fa sapere UBS. Anche ABB e SGS vogliono restare quotate a Zurigo. «Rimarremo certamente fedeli alla borsa svizzera», conferma da parte sua Sika.

Al momento non è ancora possibile stimare l'impatto della mancata estensione dell'equivalenza borsistica sui volumi di negoziazione e, in generale, sul mercato azionario. Le società SMI sembrano attualmente volersi concentrare principalmente sull'effetto che questi sviluppi hanno sulla liquidità di mercato dei loro titoli.

Novartis non prevede conseguenze importanti e simile è anche la posizione di Roche, Nestlé, ABB e LafargeHolcim. Questi colossi non esprimono un chiaro impegno nei confronti della borsa svizzera, ma non sembrano avere nemmeno progetti di migrazione.

Sette mesi fa in un analogo sondaggio – realizzato dalle testate Tamedia – 14 delle 20 società SMI si erano espressamente dette fedeli a Zurigo, in caso di mancato rinnovo dell'equivalenza. Sei ditte non avevano preso posizione.

Una cosa appare chiara: nei piani alti delle aziende si guarda con con attenzione a quanto sta accadendo. «Stiamo seguendo da vicino le discussioni politiche» è stata una delle risposte più frequenti. L'assicuratore Zurich fa per esempio sapere che «se necessario si adatterà agli ulteriori sviluppi».

Le aziende con quotazioni multiple in Svizzera e all'estero non hanno problemi. Alcune società hanno quotato le loro azioni in una borsa valori europea per ragioni storiche: ad esempio LafargeHolcim (Euronext Paris), ABB (Nasdaq SE a Stoccolma) e Aryzta (ISE a Dublino). Ma se questa seconda quotazione esisteva già prima del 30 novembre 2018 si applica un'eccezione al piano d'emergenza del Consiglio federale.

Secondo LafargeHolcim la stragrande maggioranza delle sue azioni (oltre il 95%) viene comunque scambiata a Zurigo e solo una piccola parte a Parigi. Anche il gruppo del cemento vigila attentamente su quanto sta accadendo.

La situazione si complica un po' per le aziende straniere quotate in Svizzera, visto che le misure del Consiglio federale riguardano unicamente le imprese domiciliate nella Confederazione. In questa categoria figurano aziende come AMS, Cosmo o Newron. Quest'ultima società ha già reagito: dalla settimana scorsa gli investitori possono comprare i suoi titoli anche alla borsa di Düsseldorf. Newron ha esplicitamente giustificato la seconda quotazione con le discussioni in corso sull'accordo quadro tra l'Ue e la Svizzera.

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