Incidenti nucleari Fukushima ha dato il via alla svolta energetica in Svizzera

ed, ats

5.3.2021 - 07:01

La catastrofe di Fukushima dell'11 marzo del 2011, passata alla storia come il più grave disastro nucleare dopo Chernobyl, ha dato il via alla svolta energetica in Svizzera, ma l'abbandono definitivo dell'energia atomica non sarà nell'immediato futuro.
La catastrofe di Fukushima dell'11 marzo del 2011, passata alla storia come il più grave disastro nucleare dopo Chernobyl, ha dato il via alla svolta energetica in Svizzera, ma l'abbandono definitivo dell'energia atomica non sarà nell'immediato futuro.
Keystone

La catastrofe di Fukushima dell'11 marzo 2011, passata alla storia come il più grave disastro nucleare dopo Chernobyl, ha dato il via alla svolta energetica in Svizzera, ma l'abbandono definitivo dell'energia atomica non sarà nell'immediato futuro.

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Dieci anni fa, tre giorni dopo l'incidente provocato da un terremoto con conseguente tsunami, l'allora ministra dell'energia Doris Leuthard (PPD) ha sospeso le domande per la costruzione di tre nuove centrali nucleari presentate dalle aziende elettriche nel 2008. Il 25 maggio del 2011, il Consiglio federale ha deciso ufficialmente di eliminare l'energia atomica.

Nel maggio del 2017, il popolo svizzero ha confermato la strada scelta approvando la cosiddetta Strategia energetica 2050, e quindi l'abbandono progressivo delle fonti nucleari. Finora però solo la centrale di Mühleberg (BE) è stata chiusa, alla fine del 2019.

Gli altri quattro impianti – Beznau I e II (AG), Gösgen (SO) e Leibstadt (AG) – dovrebbero continuare a fornire elettricità negli anni a venire, finché saranno considerate sicure dall'Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN). Nel novembre del 2016, con il 54,23% dei voti e 20 cantoni, il popolo svizzero ha infatti respinto l'iniziativa «Per un abbandono pianificato dell'energia nucleare», che, tra l'altro, mirava a limitare la vita utile delle centrali esistenti a 45 anni, il che le avrebbe costrette a chiudere nei prossimi anni.

Dopo la catastrofe di Fukushima, l'IFSN ha ordinato misure immediate e controlli di sicurezza supplementari negli impianti nucleari elvetici, che sono stati anche sottoposti al test di resistenza dell'Unione Europea per determinare se possono sopportare terremoti e inondazioni. I risultati hanno confermato che le quattro infrastrutture svizzere hanno un alto livello di sicurezza nel confronto internazionale.

Tuttavia, il test ha rivelato anche alcuni problemi irrisolti per i quali l'IFSN ha posto ulteriori requisiti. In caso di inondazione estrema del fiume Aare, che si verifica in media ogni 100'000 anni, i siti di diverse centrali atomiche e di altre infrastrutture critiche sarebbero inondati, a volte fino ad un'altezza di diversi metri. Sebbene tutte le strutture siano già sufficientemente preparate a far fronte a tali inondazioni, i gestori dovrebbero comunque rivedere le loro analisi di sicurezza.