Svizzera Fusione CS-UBS, Swissmem: «Nessun pericolo per l'industria»

ev, ats

26.3.2023 - 11:58

Il presidente di Swissmem Martin Hirzel (foto d'archivio)
Il presidente di Swissmem Martin Hirzel (foto d'archivio)
Keystone

Swissmem non vede alcun pericolo per la piazza industriale svizzera dopo l'acquisizione di Credit Suisse (CS) da parte di UBS.

Keystone-SDA, ev, ats

L'importante è che il finanziamento delle esportazioni di Credit Suisse venga mantenuto, afferma il presidente dell'associazione industriale, Martin Hirzel.

«Spero che UBS non approfitterà della situazione per imporre condizioni peggiori all'industria», ha aggiunto Hirzel in un'intervista rilasciata al «SonntagsBlick».

Il presidente di Swissmem ritiene che saranno le imprese esportatrici di medie dimensioni a risentire maggiormente della fine di Credit Suisse. «Dovranno abituarsi al fatto che non potranno più effettuare tutte le transazioni finanziarie dai loro paesi e nella loro lingua madre».

Condizioni peggiori

Il presidente di Swissmem sottolinea anche che una sola grande banca in Svizzera significa meno concorrenza sulla piazza finanziaria, il che non è una buona notizia, soprattutto per le imprese orientate all'esportazione. «L'industria poteva confrontare i prezzi di UBS con quelli di Credit Suisse chiedendo un offerta a entrambi».

«Ora è finita e le condizioni tendono a peggiorare per il traffico dei pagamenti, il credito e il collocamento di obbligazioni societarie. Inoltre Credit Suisse era leader nel finanziamento e nella copertura delle operazioni di esportazione», aggiunge Hirzel.

Per quanto riguarda l'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS, organizzata domenica dallo Stato, è avvenuta in modo pulito dal punto di vista della sua associazione, ha dichiarato Hirzel. «Le aziende non hanno perso denaro, le operazioni di pagamento e la copertura dei rischi di cambio hanno funzionato perfettamente. Un fallimento di Credit Suisse, invece, avrebbe avuto conseguenze catastrofiche per la piazza economica svizzera».