Vertice Focus sulla tassazione internazionale al G20 di Fukuoka

ATS

8.6.2019 - 09:11

Il segretario generale dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico Angel Gurria durante l'apertura del Simposio sulla tassazione internazionale.
Il segretario generale dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico Angel Gurria durante l'apertura del Simposio sulla tassazione internazionale.
Source: Keystone/EPA AFP POOL/TOSHIFUMI KITAMURA / POOL

La cooperazione globale sulla tassazione deve procedere perché «non ci devono essere più posti dove nascondersi»: lo ha affermato il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, aprendo l'evento d'avvio del G20 finanziario di Fukuoka.

Si tratta di «un nuovo modello» – ha rilevato il ministro dell'economia e delle finanze francese Bruno Le Maire durante il Simposio sulla tassazione internazionale – basato sullo scambi di informazioni, parte di un problema complesso che vede la pratica della «fuga» dall'imposizione fiscale. L'impegno della Francia è di arrivare a uno schema condiviso entro il 2020.

Liu Kun, ministro delle finanze cinese, ha sollecitato la necessità di «un consenso generale attraverso la cooperazione», mentre il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin ha posto l'accento sul fatto che le politiche fiscali devono catturare la «digitalizzazione» delle imprese per impedire la «corsa verso il basso» da parte dei paesi che cercano di attirare le compagnie offrendo incentivi insostenibili e ingiustamente bassi.

Il problema di fondo è la ridefinizione di nuovi sistemi fiscali per garantire che le grandi compagnie paghino «la giusta quota» di tasse sostenendo le economie mentre la crescita globale rallenta.

Il Cancelliere dello Scacchiere britannico Philip Hammond ha rilevato che «è importante che la tassazione ci sia dove si crea valore. La presenza fisica non è più sufficiente». In ogni caso, sia il Regno Unito sia la Francia hanno cominciato a tassare, ad esempio, i colossi del web, con la previsione di uniformarsi agli indirizzi internazionali non appena saranno definiti.

«Siamo di fronte a un punto di svolta. Questa potrebbe essere la più grande riforma dello schema di riferimento internazionale in oltre 100 anni», ha notato da parte sua il ministro delle finanze giapponese, Taro Aso. Sia i paesi industrializzati sia quelli in via di sviluppo, pur differendo su alcuni dettagli, hanno concordato sulla necessità di portare a termine il lavoro.

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