Summit Tappeto rosso agli investitori nel Regno Unito, ma non a Elon Musk

SDA

14.10.2024 - 15:00

Il primo ministro Keir Starmer punta ad attirare capitali dall'estero.
Il primo ministro Keir Starmer punta ad attirare capitali dall'estero.
Keystone

Deregulation per eliminare tutti i lacci «non necessari che frenano gli investimenti» nel Regno Unito del dopo Brexit.

Keystone-SDA

È la promessa rivolta da Keir Starmer a un grande forum internazionale di investitori convocato oggi a Londra, il primo dopo le elezioni di luglio che hanno riportato al potere un governo laburista.

Governo che, sotto la leadership moderata dello stesso sir Keir, promette di voler essere «pro business» e di conciliare gli interessi di imprese e lavoratori. Non senza rivendicare d'aver già raccolto, in poco più di 100 giorni trascorsi a Downing Street, promesse d'investimento per oltre 30 miliardi di sterline (34 miliardi di franchi) da grandi gruppi globali: a cominciare dal settore della ricerca e sviluppo dell'intelligenza artificiale (AI), focus anche dell'incontro odierno, con i 10 miliardi appena annunciati dal fondo Blackrock per la realizzazione di un campus con annesso database globale sull'isola; dagli 8 miliardi stanziati dal gigante tecnologico americano Amazon per creare un proprio centro dati; o ancora dai 24 miliardi stimati nell'ambito di un piano pluriennale riguardante «l'energia verde».

Il tutto in un contesto nel quale Starmer e i suoi ministri protagonisti del meeting con gli investitori – dal titolare delle Attività Produttive, Jonathan Reynolds, alla cancelliera dello Scacchiere, Rachel Reeves – assicurano di voler «stroncare la burocrazia» e chiedere all'autorità indipendente britannica sulla concorrenza e il mercato (Cma) di usare il suo potere di regolazione per «favorire prioritariamente la crescita» dell'economia.

Parole che non bastano tuttavia a Elon Musk, l'uomo più ricco del pianeta, escluso dal forum di quest'anno dopo il tappeto rosso srotolato sotto i suoi piedi dal precedente premier conservatore Rishi Sunak, sullo sfondo delle polemiche estiva con Starmer che lo ha accusato d'aver contribuito a sobillare i «riots» anti-immigrazione di agosto attraverso il rilancio di «fake news» sui social: lo stesso Musk che ha replicato al mancato invito accusando il governo attuale di lasciare liberi «i pedofili», mentre punisce gli «istigatori» online ed evocando una sorta di boicottaggio del Regno.

Mentre a preoccupare più in generale il mondo degli affari e la City, retorica a parte, è l'intenzione attribuita al governo d'incrementare le tasse fin dalla prossima finanziaria d'autunno del 30 ottobre per far quadrare i conti, in barba alle promesse elettorali: a cominciare da quella sui contributi previdenziali (National Insurance, o NI), che né Reynolds, né Reeves escludono ora di ritoccare per la parte a carico delle aziende.