Industria General Electric, taglio 1300 posti in vista, sindacati preoccupati

ATS

2.11.2017 - 12:23

BERNA

Stando a una notizia pubblicata dalla Nordwestschweiz in edicola oggi e ripresa da altri media, General Electric starebbe vagliando la possibilità di tagliare ancora 1300 impieghi in tre siti - Birr, Baden e Oberfelden - ubicati nel canton Argovia.

All'agenzia Awp, la società non ha voluto né confermare né smentire la notizia. I sindacati, non informati, sono sul piede di guerra.

Il giornale ricorda che l'azienda americana, che ha rilevato Alstom, aveva già annunciato nel 2016 un'ondata di licenziamenti. All'epoca si trattava di tagliare 1300 impieghi, poi ridotti a 900 grazie a fluttuazioni naturali. General Electric, come traspare dal suo sito Internet, dà lavoro al momento ad oltre 4500 collaboratori in Svizzera.

La settimana scorsa, il gigante americano ha pubblicato risultati giudicati catastrofici dalla propria direzione. Il 13 di novembre prossimo, il CEO John Flannery dovrà svelare un piano di rilancio dell'azienda che comprende anche la cessione di attivi.

Frattanto, la notizia di un nuovo taglio all'organico ha raggiunto anche i sindacati che si dicono preoccupati. Unia si è rivolto per lettera alla direzione dell'impresa americana chiedendo ragguagli ed esigendo un incontro coi vertici per sondare che cosa ci sia di vero nella notizie pubblicate e saperne di più sui progetti a medio e lungo termine del gruppo.

Unia chiede anche un maggiore impegno della politica, in particolare al ministro dell'economia Johann Schneider-Ammann. Questi, secondo una nota di Unia, era già stato avvertito delle possibili conseguenze per l'impiego al momento dell'acquisizione di Alstom da parte di General Electric.

Unia rinfaccia al consigliere federale una certa passività quando l'azienda statunitense ha deciso di sopprimere 1300 impieghi nel 2016. Adesso non è più possibile stare a guardare un'ulteriore scrematura dell'organico. Qualora le informazioni si rivelassero vere, la Confederazione, assieme al cantone Argovia e ai sindacati, dovrà fare di tutto per preservare gli impieghi evitando un altro duro colpo alla Svizzera quale polo scientifico.

Nella sua nota Unia ricorda che, al momento della prima ondata di licenziamenti, Schneider-Ammann aveva detto espressamente che sarebbe intervenuto presso la direzione del gruppo americano nell'interesse della piazza industriale elvetica.

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