Sarà battagliaIl VPOD: «Il potere d'acquisto sta diminuendo, la gente se ne accorge»
hm, ats
10.8.2023 - 16:02
Il potere d'acquisto sta calando e gli svizzeri se ne stanno accorgendo: lo afferma Natascha Wey, segretaria generale del Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari (VPOD), che accusa i datori di lavoro di cinismo e promette una lotta più dura.
Keystone-SDA, hm, ats
10.08.2023, 16:02
10.08.2023, 17:04
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«Gli ultimi mesi mi hanno dimostrato che le persone non accettano più semplicemente la loro situazione», afferma la 41enne in un'intervista pubblicata oggi dalla WochenZeitung (WoZ).
«Quando il canton Vaud si è rifiutato di compensare pienamente il rincaro ai suoi dipendenti i lavoratori dell'istruzione e dell'amministrazione hanno scioperato per diversi giorni.»
«Di recente, il personale pubblico dell'aeroporto di Ginevra ha paralizzato le operazioni per un'intera giornata: non avevo mai vissuto un'esperienza simile; il consiglio di amministrazione ha immediatamente ceduto».
Quali soluzioni?
Come riuscire però a far sì che il calo dei salari reali (scesi dello 0,8% nel 2021, dell'1,9% nel 2022 e attesi in contrazione anche nel 2023) non si ripercuota anche nel 2024?
«Nel settore pubblico, dove rappresentiamo i lavoratori, veniamo ostacolati dai preventivi: non appena vengono fissati, non abbiamo più molto margine di negoziazione. Per questo motivo avanzeremo le nostre richieste all'inizio dell'anno.»
«E per il 16 settembre abbiamo annunciato una grande manifestazione sul potere d'acquisto a Berna, sostenuta da un'ampia alleanza di sinistra. Il livello degli stipendi non è l'unico problema: gli affitti sono in aumento, così come i premi dell'assicurazione sanitaria. Quest'anno saremo più combattivi».
«L'adeguamento del rincaro dovrebbe essere ovvio»
«Molti dipendenti, ad esempio negli ospedali o negli asili nido, si sentono in obbligo nei confronti del proprio datore di lavoro», sostiene la consigliera comunale socialista di Zurigo.
«Ma non è compito loro trovare il denaro per le buste paga. Devono avanzare le loro richieste: spetta poi ai datori di lavoro raccogliere i fondi corrispondenti. Questi ultimi hanno un margine di manovra: i cantoni avevano previsto un deficit cumulativo di 1,2 miliardi di franchi per il 2022 e quindi sostenevano che mancavano i soldi.»
«Alla fine, il risultato è stato un surplus di 3,3 miliardi. È sempre lo stesso gioco. Il fatto poi che l'adeguamento del rincaro debba essere oggetto di una richiesta è un'impertinenza: dovrebbe essere una cosa ovvia».
La VPOD vuole comunque andare ben al di là della compensazione dell'inflazione. «Chiediamo che le precedenti perdite reali di salario siano compensate, che l'inflazione futura sia compensata e che i salari aumentino anche oltre, cioè che crescano pure in termini reali».
Mancano lavoratori qualificati, che fare?
I datori di lavoro – argomenta il giornalista della WoZ – lamentano però una carenza di lavoratori qualificati e in questa situazione in teoria dovrebbe essere facile lottare per ottenere ritocchi salariali.
«Gli infermieri ottengono un salario migliore se si licenziano e accettano un nuovo impiego altrove», risponde Wey.
«Altrimenti i datori di lavoro confidano nel fatto che il personale rimanga anche senza aumenti, sapendo che gli operatori del settore sanitario hanno un senso di responsabilità molto sviluppato nei confronti dei pazienti. Pagano di più solo quando assumono lavoratori perché non riescono a trovare nessun altro».
«Lamentarsi della carenza di personale qualificato è cinico»
Inoltre secondo l'intervistata la penuria di manodopera è creata dagli stessi datori di lavoro. «Se si fa un apprendistato in un asilo nido con un salario d'ingresso di 4200 franchi, senza alcuna prospettiva di ottenere di più, è logico che dopo due o tre anni si cerchi un altro impiego, soprattutto perché l'attività è estremamente faticosa.».
«Lo stesso vale per le infermiere: quasi due anni fa, l'elettorato ha votato a favore dell'iniziativa per cure infermieristiche forti. Ma la parte dell'attuazione che riguarda le condizioni di lavoro non sarà sottoposta a consultazione fino all'inizio del prossimo anno: quindi siamo ancora a un punto morto.»
«Anche se da quando c'è stata la pandemia il personale rassegna in continuazione le dimissioni perché esausto. Lamentarsi poi della carenza di personale qualificato è dare prova di cinismo».
«Otto ore prima di essere curato per un braccio rotto»
«Al momento percepisco una certa disillusione tra i lavoratori», prosegue la sindacalista. «Il trascinarsi dell'iter dell'iniziativa porta a un disincanto nei confronti della politica. Allo stesso tempo fa capire che non si può delegare tutto al mondo politico. I dipendenti devono prendere in mano la situazione e lottare per ottenere aumenti salariali».
«Il personale degli ospedali è completamente sovraccarico, anche mio figlio ha dovuto aspettare otto ore per essere curato con un braccio rotto», racconta la laureata in storia e letteratura tedesca.
«Questo problema diventerà sempre più importante, ma al momento lo sentiamo poco. Stiamo assistendo a un movimento di espansione dell'assistenza all'infanzia. Tuttavia, la richiesta principale è che tutti i genitori abbiano diritto a un asilo nido sovvenzionato.»
«Questo è importante, aumenta il tasso di occupazione delle donne, ma non migliora le condizioni di impiego dei dipendenti. Chiediamo che una buona parte dei fondi aggiuntivi sia destinata ai salari. Tra l'altro, le cattive condizioni di lavoro che portano alla carenza di personale conducono anche a una minore qualità dell'assistenza ai bambini: anche questo non è ancora stato capito ovunque».
«Dobbiamo fare molto più lavoro di spiegazione»
Presto ci saranno le elezioni federali e l'UDC – osserva l'intervistatore – metterà in primo piano la questione della migrazione: in che modo i sindacati vogliono portare avanti le loro temi?
«L'UDC lo fa da trent'anni», risponde Wey. «La novità è un riflesso anti-sinistra molto più evidente, che si avverte anche in molti media. Anche nelle redazioni abbiamo meno possibilità di trattare i nostri temi. Vent'anni or sono i giornalisti venivano ancora alle nostre assemblee dei delegati, ma oggi non è più così.
«Dobbiamo fare molto più lavoro di spiegazione, ad esempio per evidenziare perché le persone hanno diritto a una compensazione per l'inflazione. Ma la gente in Svizzera vuole risposte: si accorge che il suo potere d'acquisto sta diminuendo. Erano decenni che non si verificava una situazione del genere», conclude.