Investimenti finanziariIl sarà 2021 buono in borsa, ma in Svizzera meno che altrove
hm, ats
11.12.2020 - 11:01
Sulla scia della ripresa dalla crisi del coronavirus il 2021 sarà un buon anno per tutte le borse mondiali, anche se in Svizzera il dinamismo sarà inferiore ad altrove.
Lo sostiene Anastassios Frangulidis, capostratega presso Pictet, che smorza anche le speranze su un imminente rally di Natale: è già avvenuto, afferma.
«Abbiamo più che una speranza che il vaccino funzioni», afferma lo specialista in un'intervista pubblicata oggi dal portale Cash.ch. «I risultati presentati sono migliori di quanto ci aspettassimo: la questione ora è di sapere quanto velocemente si andrà avanti».
Secondo Frangulidis comunque entro l'estate una parte significativa della popolazione dovrebbe essere vaccinata: questo sarà accompagnato da una certa normalizzazione della vita sociale e dall'allentamento delle misure restrittive esistenti. Queste sono buone notizie per la congiuntura mondiale: «ci aspettiamo una crescita globale del 5,6%».
I mercati hanno comunque già inglobato nei corsi l'autorizzazione dei vaccini. «Ciò significa che il rally di Natale» – l'aumento del valore delle azioni che si registra spesso a fine anno – «non si è svolto a dicembre, ma in novembre. Il mercato azionario statunitense, in particolare, è attualmente leggermente sopravvalutato e deve consolidarsi».
Dopo questa fase, le piazze finanziarie torneranno però a puntare verso l'alto. «È probabile che tutti i principali mercati registrino dei guadagni nel 2021», osserva l'esperto. Già ora comunque la borsa di Zurigo approfitta meno di altre della ripresa. «Il carattere difensivo del mercato azionario svizzero svolge certamente un ruolo importante». In compenso esso si è mostrato più stabile di altri, al momento della crisi.
«Credo che l'anno prossimo il mercato elvetico registrerà una performance inferiore alla media», prosegue Frangulidis. Questo vale per le grandi imprese svizzere che compongono l'indice SMI: la situazione è invece diversa per le aziende di piccole e medie dimensioni, che beneficeranno maggiormente della prevista ripresa economica europea e globale.
«Se il quadro ipotizzato di una crescita globale di oltre il 5% si avvererà, ne beneficeranno l'Europa, i mercati emergenti e probabilmente anche il Giappone, con i suoi titoli ciclici nel settore industriale. Il mercato azionario svizzero ha perso un po' della sua attrattiva rispetto a questi mercati».
All'investitore privato che vuole operare all'estero il dirigente di Pictet sconsiglia comunque i singoli titoli. «Si dovrebbe diversificare. Con un ETF su indici azionari, un investitore partecipa alla performance del rispettivo indice. In alternativa, tuttavia, sono possibili anche fondi a tema o settoriali. Se sono ben gestiti, di solito offrono un'ottima performance».
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