Alimentazione Il WWF critica «culto della bellezza» per frutta e verdura

ot, ats

26.5.2022 - 11:51

Queste mele sono commestibili nonostante le macchie. Il WWF fa appello ai consumatori per rivedere i loro criteri estetici riguardo a frutta e verdura. (immagine d'archivio)
Queste mele sono commestibili nonostante le macchie. Il WWF fa appello ai consumatori per rivedere i loro criteri estetici riguardo a frutta e verdura. (immagine d'archivio)
Keystone

Il 40% degli alimenti prodotti a livello mondiale non vengono mai consumati, indica il WWF in una nota odierna. L'organizzazione chiede al commercio di dettaglio, ai trasformatori e ai consumatori di rinunciare al «culto della bellezza» per frutta e verdura.

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Questo 40% di alimentari non consumati rappresenta circa 2,5 miliardi di tonnellate, precisa il WWF nel comunicato. Aritmeticamente, ciò significa che tutti gli alimenti prodotti fra il primo gennaio e quest'oggi sono stati buttati. Soltanto in Svizzera, ogni anno vengono gettati 330 chilogrammi di cibo per persona, indica il WWF.

Secondo l'organizzazione ambientalista, questi sprechi sono causati, tra l'altro, dallo scarto di frutta o verdura non cresciuta secondo gli standard, dalla selezione di prodotti molto maturi o dalle richieste visive dei consumatori.

A livello globale, si stima che 1,2 miliardi di tonnellate di cibo commestibile vengano buttate via prima, durante e dopo il raccolto, sottolinea l'organizzazione con sede a Gland (VD). Altri 1,3 miliardi di tonnellate vengono sprecate durante la lavorazione, il trasporto e il consumo finale.

«È inaccettabile che non mangiamo alimenti in perfetto stato solo a causa del loro aspetto», ha dichiarato Mariella Meyer del WWF Svizzera, citata nella nota, aggiungendo che «per ridurre gli sprechi alimentari, dobbiamo intervenire a tutti i livelli della catena del valore, dal campo al piatto». Anche a casa buttiamo via cose che non sembrano più fresche, ma che potrebbero essere mangiate senza alcun rischio.

Lo scorso aprile la Confederazione ha pubblicato un piano d'azione contro lo spreco alimentare, firmato da 28 imprese.