Forze di lavoroIn tanti con orari flessibili e autonomia, aumenta telelavoro
bt, ats
19.4.2021 - 10:12
Rispetto al resto d'Europa, in Svizzera ci sono meno orari di lavoro predeterminati e più persone beneficiano di un alto grado di autonomia professionale.
Keystone-SDA, bt, ats
19.04.2021, 10:12
19.04.2021, 10:25
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È quanto emerge dalla rilevazione sulle forze di lavoro condotta dall'Ufficio federale di statistica (UST) nel 2019 e 2020, che evidenzia inoltre un logico aumento dell'home office.
Nel 2019, il 49,2% degli occupati in Svizzera lavorava a orari predeterminati, quota che nell'Unione europea saliva al 60,1%, indica un comunicato odierno dell'UST. Il 36,8% poteva stabilire l'orario con qualche restrizione e il rimanente 14,0% in piena autonomia, mentre nell'Ue tali percentuali erano del 21,3% nel primo caso e del 18,6% nel secondo.
Nei Paesi nordici, in particolare in Finlandia (29,9%) e in Svezia (34,7%), gli orari predeterminati sono rari, precisa il comunicato. Al contrario, Ungheria, Lituania e Bulgaria presentano a questo proposito valori quasi dell'80%.
Sempre secondo i risultati della rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS), nella Confederazione il 60,4% godeva di un'elevata autonomia sia a livello di contenuto sia sull'ordine in cui svolgere i propri compiti. Viceversa, il 13,5% aveva poco o addirittura nessun influsso su queste voci.
Globalmente, nell'Ue ad approfittare di grande indipendenza sul lavoro è il 50,6%, con valori massimi riscontrati in Islanda (76,4%), Portogallo (75,5%) e Lussemburgo (73,3%). A Cipro e in Slovacchia per contro è rispettivamente solo il 19,8% e il 23,2%.
Registrazione ore più diffusa in Svizzera
Per quanto riguarda la registrazione delle ore lavorative da parte dei dipendenti, essa è più diffusa in Svizzera (73,9%) che nel resto del Continente (58,1%). Nell'Ue è più frequente la registrazione automatica (32,8% contro 13,4%), mentre nella Confederazione avviene più spesso manualmente e autonomamente da parte degli impiegati (53,1% contro il 15,8%).
In Svizzera solo il 6,9% dei dipendenti registra la propria presenza, nella media europea questo tasso raggiunge invece il 19,6%. Circa un quinto, più precisamente il 19,1% dei rossocrociati e il 22,3% degli europei, non segna né le ore di lavoro né la presenza.
Lavoro su chiamata stabile
Passando al lavoro su chiamata – questa volta il dato si riferisce al 2020 – a svolgerlo in Svizzera è il 5,5%, una quota rimasta pressoché invariata rispetto al 2010 (5,6%). Il 45,8% di questi dipendenti aveva un minimo di ore di lavoro garantite. Tra i lavoratori in età di pensionamento (25,0%) e tra quelli dai 15 ai 24 anni (9,8%) vi è una diffusione di tale pratica superiore alla media.
Nell'ultimo decennio si è assistito un calo del lavoro nei fine settimana. Se nel 2010 complessivamente il 22,5% delle persone occupate era impegnata regolarmente di sabato e l'11,3% di domenica, nel 2020 si è osservata una diminuzione al 18,2% e al 9,3%.
Le donne hanno lavorato durante i week-end più spesso degli uomini, così come le persone in età di pensionamento e gli under 24. Si riscontrano quote elevate nei rami di attività «agricoltura e silvicoltura» e «servizi di alloggio e di ristorazione».
Home office realtà per uno su tre
Infine, la pandemia ha inevitabilmente provocato un incremento del telelavoro. Se nel 2019 infatti gli occupati che hanno usufruito almeno occasionalmente (ovvero minimo una volta nelle quattro settimane precedenti l'intervista) della possibilità di lavorare da casa erano il 24,6%, l'anno dopo si è saliti al 34,1%. Nel secondo e nel quarto trimestre vi sono stati picchi al 39,7% e al 37,3%.
L'home office è stato praticato di più nel settore «informazione e comunicazione» (76,3%), seguito da quello delle «attività finanziarie e assicurative» (61,4%). Anche nei rami «istruzione» (54,7%) e «attività professionali, scientifiche e tecniche» (54,2%) si sono registrate quote alte.