Del 2022 Industria MEM, il fatturato salito di quasi il 10% nei primi nove mesi dell'anno

es, ats

17.11.2022 - 14:11

Le prospettive per il settore non sono favorevoli. "Dobbiamo prepararci a un periodo difficile", afferma il direttore di Swissmem Stefan Brupbacher.
Le prospettive per il settore non sono favorevoli. "Dobbiamo prepararci a un periodo difficile", afferma il direttore di Swissmem Stefan Brupbacher.
Keystone

Grazie ad un primo semestre forte, il fatturato dell'industria metalmeccanica ed elettrica svizzera (MEM) nei primi nove mesi del 2022 è aumentato del +9,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, le esportazioni del +7,0% e le nuove commesse del +2,3%.

17.11.2022 - 14:11

Tuttavia, il terzo trimestre ha fatto segnare una significativa inversione di tendenza per quanto riguarda l'entrata di ordinativi, diminuiti del 12,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Rispetto a aprile-luglio di quest'anno quelle dall'estero sono crollate addirittura del 21,1%, indica una nota odierna dell'associazione di categoria Swissmem.

Lo slancio sta rallentando anche nello sviluppo del fatturato: nel giro di un anno segna ancora solo un +4,6%. Quanto alle capacità produttive delle aziende, la quota si è attestata all'89,5%, un valore comunque sempre superiore alla media a lungo termine dell'86,2%. A titolo di confronto essa aveva raggiunto un picco nei primi tre mesi dell'anno del 91,9%. Anche per le esportazioni ci sono segnali di un'inversione di tendenza. Nel complesso, sono comunque salite del 2,7% nel terzo trimestre.

Al momento, per la maggior parte delle aziende dell'industria MEM svizzera la situazione è ancora buona. Tuttavia, citato nella nota, il direttore di Swissmem Stefan Brupbacher, relativizza: «la crisi ha chiaramente raggiunto l'industria svizzera. Il forte calo delle commesse, in particolare quelle dall'estero, lo dimostra chiaramente.»

Incertezze e rischi che potrebbero rafforzare il trend negativo

Stando all'ultima indagine di Swissmem, un terzo degli imprenditori che vi hanno partecipato prevede per i prossimi dodici mesi una diminuzione degli ordinativi dall'estero, a fronte di appena il 13% a fine 2021. Il 40% degli intervistati prevede che le commesse rimarranno invariate e solo il 27% ne prevede un aumento. Gli impulsi alla crescita sono attesi tutt'al più dagli Stati Uniti e dall'India.

Vi sono inoltre molte incertezze e rischi che potrebbero rafforzare il trend negativo. Tra questi, la situazione tesa per l'approvvigionamento di elettricità e gas, le tensioni geopolitiche, gli ulteriori aumenti dei tassi di interesse e la pressione al rialzo per il franco svizzero. Infine, non si può escludere che una variante di Covid 19 particolarmente contagiosa possa paralizzare nuovamente singoli mercati.

«Al momento non c'è quasi nessun indicatore che mostri uno sviluppo positivo. Dobbiamo prepararci a un periodo difficile», sottolinea Brupbacher.

es, ats