Congiuntura Industria svizzera sempre in ripresa, malgrado Covid

hm, ats

1.2.2021 - 16:01

L'industria elvetica sta lavorando bene.
L'industria elvetica sta lavorando bene.
Keystone

La ripresa in atto nell'industria svizzera sta proseguendo, nonostante la seconda ondata del coronavirus, mentre il comparto dei servizi subisce un rallentamento, ma non un crollo come quello osservato in primavera.

Sono queste, in estrema sintesi, le indicazioni che emergono studiando l'operato dei manager che, nelle imprese, si occupano degli acquisti aziendali, cristallizzate in un sondaggio condotto dall'associazione di categoria Procure.ch. I dati vengono poi interpretati dagli specialisti di Credit Suisse (CS).

Stando alle informazioni diffuse oggi dalla banca, l'indice dei responsabili degli acquisti (Purchasing Manager's Index, PMI) nel settore industriale è salito in gennaio a 59,4 punti, 2,1 in più di dicembre e 11,5 più di un anno prima.

Malgrado la situazione sanitaria imposta dal Covid-19 l'indicatore si conferma quindi oltre la soglia di crescita pari a 50 punti, superata ormai ininterrottamente dall'agosto scorso. Il punto più basso del 2020 era stato rilevato in aprile, con 40,7 punti.

La produzione è aumentata e pure gli ordinativi sono risultati in crescita. Il ricorso al lavoro ridotto è rimasto stabile a circa il 10%, un livello nettamente più basso del 28% rilevato in maggio. È per contro aumentato il telelavoro, che con una quota del 45% ha raggiunto un nuovo record, dopo il 37% di marzo.

Gli estensori dello studio hanno interrogato le aziende anche riguardo ai loro piani di investimento: per il 60% le tabelle di marcia non cambiano, un dato da mettere in confronto con i due terzi che invece avevano deciso ritocchi nella prima ondata della pandemia. Un vero e proprio blocco degli investimenti non entra in linea di conto per nessuna ditta, come non lo era stato ai tempi del primo lockdown.

I dirigenti interpellati si aspettano inoltre entro fine marzo una normalizzazione sul fronte della produzione e del ricorso alla disoccupazione parziale. Per quanto riguarda il ritorno alla normalità in relazione alle catene di approvvigionamento e all'impiego in ufficio si punta invece alla fine di settembre.

Passando all'ambito dei servizi, il relativo indice PMI è tuttora sotto il livello di 50: si è attestato a 49,1 punti, con variazioni di -0,4 punti (mensile) e -6,3 (anno). Il valore di gennaio è il peggiore dallo scorso agosto, ma è ben superiore ad aprile, quando l'indicatore era a sceso a 21,4 punti, record negativo assoluto.

Stando agli specialisti di CS, si conferma la tendenza che vede il comparto dei servizi maggiormente interessato dalla seconda ondata del Covid-19, ma meno che nella primavera 2020. La contrazione dell'impiego sta proseguendo, sebbene sempre a ritmi non troppo sostenuti, ma il lavoro ridotto non è aumentato. Il ritorno alla normalità sul fronte dell'attività e degli investimenti è atteso solo a fine giugno, più tardi quindi che nell'industria.

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