Rincaro Inflazione rallenta in Svizzera, in marzo cala al +2,9%

ats

3.4.2023 - 08:36

La crescita mensile dei prezzi si è limitata allo 0,2%.
La crescita mensile dei prezzi si è limitata allo 0,2%.
Keystone

Rallenta l'inflazione in Svizzera, come accaduto anche in altri paesi: in marzo la crescita dei prezzi su base annua si è attestata al +2,9%, a fronte del +3,4% di febbraio, che seguiva il +3,3% di gennaio e il +2,8% di dicembre.

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Stando ai dati pubblicati oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST), nel terzo mese del 2023 l'indice dei prezzi al consumo si è attestato a 106,0 punti. Il rincaro annuo è inferiore alle aspettative: gli analisti interpellati dall'agenzia Awp scommettevano su valori compresi fra +3,0% e +3,2%. La progressione dei prezzi rispetto a febbraio si è limitata al +0,2% (le attese erano comprese fa +0,2% e +0,5%).

Secondo gli esperti dell'UST, questo incremento mensile è riconducibile a vari fattori, tra cui l'aumento del costo dei trasporti aerei, dei viaggi forfetari e delle automobili nuove. Più cari sono diventati anche gli ortaggi e – con la fine dei saldi stagionali – gli indumenti e le calzature. Sono invece diminuiti i prezzi del settore paralberghiero, come pure quelli dell'olio da riscaldamento.

Negativa ancora sino al marzo 2021, l'inflazione è salita sensibilmente in Svizzera, arrivando a toccare un picco del 3,5% nell'agosto 2022, per poi tornare a calare lievemente e chiudere l'anno scorso con un dato (medio) del 2,8%, il massimo da 30 anni. È poi tornata a marciare verso l'alto, in particolare in gennaio, sulla scia del rincaro delle tariffe dell'elettricità.

Come noto l'indicatore rimane peraltro ancora nettamente inferiore a quello osservato in altri paesi. A titolo d'esempio il principale partner commerciale elvetico, la Germania, ha visto l'inflazione rimanere attestarsi al 7,4% in marzo (dall'8,7% di febbraio), mentre in Italia la crescita dei prezzi è scesa al 7,7% (minimo dal maggio 2022) e nell'intera Eurozona al 6,9% (dall'8,5%). Tutte realtà che presentano quindi flessioni significative. Per avere il dato degli Stati Uniti bisognerà attendere qualche giorno: in febbraio era del 6,0%.

Passando ai dettagli relativi all'inflazione elvetica di marzo, nel confronto con febbraio i prezzi dei prodotti indigeni sono diminuiti dello 0,6%, mentre quelli dei prodotti importati sono saliti dello 0,9%. Su base annua i primi segnano +2,7%, i secondi +3,8%. Lo zoccolo dell'inflazione – che nella definizione dell'UST è il rincaro totale senza quello concernente prodotti freschi e stagionali, energia e carburanti – mostra variazioni rispettivamente del +0,2% (mese) e +2,2% (anno).

L'UST calcola anche un indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA), misurato con la metodologia in uso nell'Unione europea, con l'obiettivo di raffrontare i dati elvetici con quelli delle nazioni comunitarie. Visto da questa prospettiva marzo presenta un rincaro nullo (mese) e di +2,7% (anno).

Come noto l'efficacia dell'indice dei prezzi al consumo nell'illustrare il costo della vita percepito dai consumatori è peraltro spesso al centro di grandi discussioni. Questo è particolarmente vero in Svizzera perché, per motivi metodologici, il tasso calcolato dai funzionari di Neuchâtel non comprende i premi dell'assicurazione malattia di base, un punto di spesa che è spesso in forte progressione nei bilanci delle famiglie elvetiche.

Il rincaro stabilito dall'UST ha una grande importanza in vari ambiti: dalle negoziazioni salariali agli affitti, passando per la fissazione degli alimenti nell'ambito dei divorzi.