Industria elettronica Intel, stop al progetto di ampliamento fabbrica in Israele

SDA

11.6.2024 - 12:00

In passato in Israele vi erano state anche proteste degli ultraortodossi che criticavano Intel per lavorare durante la giornata di sabato.
In passato in Israele vi erano state anche proteste degli ultraortodossi che criticavano Intel per lavorare durante la giornata di sabato.
Keystone

Intel ha sospeso il progetto di ampliamento di una fabbrica di semiconduttori in Israele, dove l'azienda prevedeva un ulteriore investimento di 15 miliardi di dollari, senza specificare il motivo di questa decisione nel contesto della guerra nella Striscia di Gaza.

Il gruppo americano aveva manifestato a fine dicembre l'intenzione di espandere il sito di Kiryat Gat, attualmente in costruzione nel sud del Paese.

«La gestione di progetti su larga scala, in particolare nel nostro settore, spesso richiede l'adattamento a programmi in evoluzione», ha detto un portavoce di Intel.

«Le nostre decisioni si basano sulle condizioni economiche, sugli sviluppi del mercato e sulla gestione responsabile del nostro capitale». Il colosso americano dei microprocessori non ha fatto alcun riferimento al conflitto che sta devastando l'enclave palestinese.

Intel è insediato in Israele da cinquant'anni e ha aperto un centro di ricerca a Haifa. Durante gli anni 2010 è diventato il più grande datore di lavoro tecnologico del Paese, secondo il sito web dell'azienda.

Nel 2017 il gruppo ha pagato 15,3 miliardi di dollari per prendere il controllo della start-up israeliana Mobileye, specializzata in assistenza e guida autonoma.

Intel ha quotato parte del capitale di Mobileye alla borsa di New York nell'ottobre 2022, ma mantiene il controllo della società. Israele è il terzo paese di Intel in termini di asset, secondo il suo rapporto annuale, dopo Stati Uniti e Irlanda.