LogisticaKühne: «Lo stop all'accordo quadro non è un problema, ma la Svizzera guardi all'Ue»
bt, ats
18.6.2021 - 10:00
La Svizzera dovrebbe riorientarsi verso l'Ue, in quanto l'Europa ha bisogno di essere un blocco che possa ragionevolmente competere con gli Stati Uniti e la Cina.
Keystone-SDA, bt, ats
18.06.2021, 10:00
18.06.2021, 10:30
SDA
Lo pensa Klaus-Michael Kühne, azionista di riferimento del colosso svittese della logistica Kühne+Nagel, che però non appare preoccupato per il fallimento delle trattative sull'accordo quadro.
Gli affari continueranno bilateralmente anche dopo lo stop ai negoziati fra Berna e Bruxelles, si dice convinto Kühne in un'intervista rilasciata alla «Neue Zürcher Zeitung» in edicola quest'oggi. «Per noi sarebbe un male se ci fossero restrizioni sui lavoratori stranieri», ha comunque aggiunto l'imprenditore.
A livello personale, l'84enne, di nazionalità tedesca ma con domicilio nella Confederazione, afferma di sentirsi europeo. Nonostante la sua lunga residenza nel canton Svitto, non ha mai acquisito la cittadinanza elvetica.
Nessun problema a causa del Covid
Kühne si è poi espresso sulle controversie fra Washington e Pechino, sottolineando come ciò non stia avendo un'influenza negativa sull'attività del suo gruppo, uno dei leader mondiali del settore della logistica. «A volte non capisco io stesso perché le barriere commerciali non abbiano un impatto maggiore», ha ammesso, ipotizzando che Kühne+Nagel sia troppo rilevante per subirne il contraccolpo. Inoltre, spesso si tratta più di chiacchiere che di azioni reali: «Ci sono molte minacce, ma nella pratica gli affari vanno avanti».
Kühne ha anche rivelato alla testata zurighese come nemmeno la pandemia di coronavirus abbia disturbato più di quel tanto l'azienda, fatto che lo ha stupito. Se è vero che il risultato annuale è calato a causa delle difficoltà riscontrate tra marzo a maggio 2020, la situazione è stata «meno drammatica di quanto temuto».
A partire da giugno infatti, gli affari si sono ripresi. «E in autunno vi è stato un vero e proprio boom», precisa l'imprenditore tedesco. Durante la seconda fase della pandemia il traffico marittimo e le attività nel ramo dei trasporti aerei sono stati particolarmente redditizi per l'impresa con sede a Schindellegi, dato che bisognava consegnare molti prodotti farmaceutici e forniture mediche.
Iniziato bene il 2021
«I voli passeggeri, che normalmente trasportano la merce, erano quasi inesistenti, tutto andava gestito con aerei cargo», spiega Kühne. I clienti pagavano molto bene perché era importante portare a termine le spedizioni, mette in evidenza il dirigente di lungo corso, sottolineando che anche il 2021 è iniziato decisamente col piede giusto.
Riguardo al futuro del gruppo svittese, tutto è già stato regolato, malgrado Kühne, che siede ancora nel consiglio di amministrazione in qualità di presidente onorario, non abbia figli. Quando non sarà più in azienda infatti, le azioni della sua holding, attraverso la quale detiene una quota di maggioranza, saranno trasferite a una fondazione.