SocietàIl lavoro a tempo parziale è in forte crescita fra gli uomini
hm, ats
20.4.2023 - 12:01
Sempre più persone lavorano a tempo parziale in Svizzera: il fenomeno interessa ancora nettamente di più le donne, ma una forte crescita viene registrata fra gli uomini.
hm, ats
20.04.2023, 12:01
20.04.2023, 12:52
SDA
È l'indicazione che emerge da una realtà – molto sfaccettata – su cui punta oggi i riflettori l'Ufficio federale di statistica (UST).
In Svizzera nel 2022 le persone (15-64enni) attive a tempo parziale (cioè al massimo al 90%) erano il 35% dei 4,5 milioni di occupati.
Sull'arco di dieci anni i lavoratori in questione sono aumentati in modo assai più forte degli impiegati a tempo pieno: +15% contro +4%. Notevole è in particolare la differenza fra i sessi: i maschi segnano +43% a 387'000, le donne +8% a 1,2 milioni.
Come è cambiato il lavoro parziale?
La quota di persone occupate a tempo parziale si è quindi sviluppata in modo diverso: tra gli uomini è aumentata di 4 punti percentuali, arrivando al 16%, mentre tra le donne è diminuita di 1 punto, attestandosi al 57%.
Il lavoro parziale continua peraltro a essere un dominio femminile: nel 2022 il 76% degli occupati in tale modalità erano donne, un valore in calo dall'81% del 2012.
Il dibattito si farà ancora più intenso
I dati diffusi oggi dall'UST sono destinati a dare nuova linfa a un dibattito che si è ormai acceso da diversi mesi in Svizzera.
Non pochi rappresentanti del mondo economico hanno infatti criticato la diffusione dei tempi parziali, accusati di acuire il problema della carenza di manodopera e di mettere di conseguenza a rischio il benessere stesso del paese.
In ambito accademico si è parlato anche del problema dei laureati che, lavorando a tempo parziale, approfittano di una formazione a carico della società, ma non pagano poi sufficienti imposte per rimborsare i costi da loro causati: il paradosso della cassiera del supermercato che paga gli studi al dottore.
Sul fronte opposto si fa notare che il sistema è stato voluto così e che il lavoro assume per le nuove generazioni un valore diverso e meno centrale di quanto avesse in passato.
Ci sono differenze tra vecchi e giovani
Tornando ai dati snocciolati dall'UST, va anche detto che le percentuali di lavoro a tempo parziale si sono fatte più elevate.
Nel confronto decennale, la quota di persone occupate con un grado di occupazione compreso tra il 50 e l'89% è aumentata di 3 punti percentuali, raggiungendo il 23%, mentre la quota di chi lavora meno che al 50% è leggermente diminuita (dal 13,3% al 12,5%).
L'occupazione a tempo parziale aumenta all'avanzare dell'età. Mentre interessa solo un quarto dei giovani dai 15 ai 24 anni, nelle fasce di età intermedie il numero di persone non a tempo pieno è già significativamente maggiore (25-39 anni: 32%; 40-54 anni: 38%; 55-64 anni: 41%). Si raggiunge poi l'85% fra le persone occupate in età di pensionamento.
I figli cambiano tutto
Il 78% delle madri occupate con un figlio minore di 15 anni lavorava a tempo parziale, rispetto al 47% delle donne senza figli.
Per gli uomini si osserva il contrario: i padri di bambini sotto i 15 anni lavoravano a tempo parziale con una frequenza leggermente inferiore rispetto agli uomini in altre condizioni (il 14% contro il 16%). I dipendenti in posizioni dirigenziali lavorano a tempo parziale meno spesso degli altri (22% contro il 43%): questa differenza non muta in funzione del sesso.
Quali i motivi?
Le donne citano l'accudimento dei figli come il motivo più comune per cui non sono attive a tempo pieno (34%, contro il 14% degli uomini). Nel caso dei maschi invece a incidere maggiormente sulla scelta in questione è la formazione (19% contro l'8% per le donne).
Gli impegni familiari e personali vengono menzionati più spesso dalle donne che dagli uomini (13% contro il 4%), mentre il motivo «non interessato/a a un'attività a tempo pieno» ha pari peso per i due sessi (18%).
La classifica dei Paesi in cui è diffuso il lavoro parziale
In Europa la Svizzera è seconda solo ai Paesi Bassi per quota di lavoro a tempo parziale: la Confederazione è al 38% – secondo la definizione internazionale, che include tutti i gradi di attività sotto il 100%, non solo quelli sotto il 90%, come nell'ottica nazionale – contro il 43% dell'Olanda.
Anche Austria (30%) e Germania (28%) hanno tassi relativamente elevati, mentre Italia (18%) e Francia (16%) sono nella media europea (18%). Le percentuali più basse si registrano in Bulgaria (2%), Slovacchia (3%) e Romania (3%).
In tutti gli stati ad eccezione della Romania le donne presentano quote di lavoro parziale più alte degli uomini.