Cyber-sicurezza Le PMI faticano in materia di sicurezza informatica
Mentre gli attacchi informatici si moltiplicano negli ultimi anni, le piccole e medie imprese (PMI) non danno ancora abbastanza importanza alla questione della sicurezza digitale, secondo uno studio. Solo il 18% giudica elevato il rischio di cyber-attacco.
28.06.2022, 12:31
28.06.2022, 13:08
SDA
Sui 504 dirigenti di PMI fra i 4 e i 49 salariati interrogati, un po' più di un quarto (27%) valuta il rischio minimo, secondo il sondaggio di gfs-Zürich pubblicato oggi da digitalswitzerland, La Mobiliare, Alliance Sécurité Digitale Suisse, l'Alta scuola specializzata della Svizzera nord-occidentale (FHNW) e dall'Accademia svizzera delle scienze tecniche (SATW).
La presa di coscienza dei rischi sta aumentando, ma non viene accompagnata da misure mirate, che siano organizzative o tecniche. La quota di aziende che vuole porre rimedio alla situazione entro i prossimi tre anni ha comunque raggiunto il 55%, contro il 40% del 2021.
«Anche se è ormai chiaro che le piccole e medie imprese costituiscono un obiettivo interessante per gli attacchi, numerose misure di protezione di base, in particolare sul piano organizzativo, non vengono messe in opera in maniera soddisfacente», ha detto la responsabile del programma di cyber-sicurezza presso la SATW Nicole Wettstein, citata nella nota.
Direttori poco interessati
Sono quindi necessari sforzi nel settore. Se da una parte le PMI si attivano a livello tecnico, ignorano spesso la formazione dei collaboratori, la realizzazione di audit e l'attivazione di un sistema di sicurezza.
Sovente il problema è anche che i direttori di PMI non sono interessati dai temi legati ai cyber-rischi. «Numerose PMI continuano a ignorare i reali pericoli dello spazio digitale. Quale specialista dei sinistri cibernetici, conosco le conseguenze degli attacchi. Per limitarli al massimo, è importante definire chiaramente i responsabili informatici nelle imprese», secondo Simon Seebeck, specialista sinistri presso La Mobiliare.
