Grande distribuzioneMeno prodotto allo stesso prezzo? Migros e Coop: «Da noi non succede»
hm, ats
16.10.2023 - 15:00
Rimpicciolire le confezioni dei prodotti mantenendo invariati i prezzi? Da noi non succede, affermano Migros e Coop.
hm, ats
16.10.2023, 15:00
16.10.2023, 15:28
SDA
I due grandi distributori sono stati interpellati dall'agenzia Awp sul tema della shrinkflation (da shrink, restringere o ridursi, e inflation, inflazione: in italiano esiste anche il calco riduflazione), cioè la cosiddetta sgrammatura.
«Cambiare le quantità dei nostri prodotti a marchio proprio (l'80% dell'assortimento) a ogni capriccio è assurdo e impossibile», afferma un portavoce di Migros interpellato da Awp. «Le confezioni vengono stampate con mesi o addirittura anni di anticipo e i clienti svizzeri sono abituati a prodotti offerti in quantità specifiche: riesce a immaginare una confezione di spaghetti M-Classic che passa improvvisamente da 750 a 500 grammi? No, ovviamente no», argomenta l'addetto stampa. «Alla Migros la questione non si pone», taglia corto.
«Coop si astiene da questa pratica per i propri marchi», afferma da parte sua la cooperativa con sede a Basilea. «Per i prodotti di marca, osserviamo molto attentamente le modifiche, in relazione alle dimensioni della confezione e al prezzo. Se i prezzi praticati dai produttori di questi marchi sono ingiustamente alti, ci battiamo per ottenerne di più equi», aggiunge l'azienda.
Il tema è al momento particolarmente sentito in Francia. Ma il fenomeno della sgrammatura «non esiste in Svizzera», sostiene il portavoce di Migros in Romandia: il commercio al dettaglio elvetico non è a suo avviso assolutamente paragonabile. Mister Prezzi in primavera aveva comunque affermato di aver ricevuto lamentele su questo punto, relative a creme, prodotti di bellezza, cereali e dolciumi venduti nella Confederazione.
«Se la shrinkflation poteva essere marginale prima dell'inflazione, si è diffusa dopo l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e di recente i casi si sono moltiplicati», indica all'Awp Audrey Morice, attivista di Foodwatch France. L'organizzazione non governativa sta monitorando il fenomeno anche in Germania e in Austria.
Nel settembre 2022 ha lanciato una petizione per denunciare quella che considera «un'inflazione nascosta»: tra i destinatari delle firme figuravano i responsabili dei grandi distributori (Carrefour, Système U, Leclerc, Auchan, Casino), nonché fornitori quali le svizzere Lindt & Sprüngli e Nestlé. Nel concreto, i cioccolatini si riducono di dimensioni, il formaggio spalmabile è offerto in quantità minore, lo stesso capita per l'acqua frizzante o lo sciroppo. La sgrammatura concerne peraltro anche gli articoli di farmacia, di profumeria e di igiene.
Il governo francese sta affrontando di petto la situazione. Da novembre la pratica in questione sarà vietata, ha assicurato la prima ministra Elisabeth Borne in un'intervista rilasciata a Le Parisien a metà settembre. A partire dal mese prossimo, «tutti i prodotti interessati da variazioni quantitative dovranno indicarlo sull'etichetta, in modo che i consumatori non siano più ingannati», ha indicato il capo dell'esecutivo.
Il fatto che in Francia si sia attivata la Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes (DGCCRF), cioè l'autorità anti-frode, non è sfuggito alla Federazione romanda dei consumatori (FRC). La DGCCRF ha condotto un'indagine da cui è emerso che diverse aziende avevano ridotto le quantità senza informare i consumatori: «mentre in Svizzera non sono state stanziate risorse per affrontare questo problema», si rammarica Rebecca Eggenberger, responsabile del settore alimentare presso l'organizzazione.
La FRC chiede che venga istituito anche in Svizzera un equivalente dell'Observatoire de la formation des prix et des marges des produits alimentaires, che nell'esagono fa capo ai ministeri francesi dell'economia e dell'agricoltura. La federazione è quindi favorevole all'iniziativa parlamentare «per un'osservazione efficace dei prezzi nelle filiere agroalimentari» presentata nel settembre 2022 dalla consigliera nazionale Isabelle Pasquier-Eichenberger (Verdi/GE) che auspica la trasparenza in materia di margini a livelli della catena dei prodotti. L'oggetto sarà trattato dalla commissione dell'economia e dei tributi (CET) del Nazionale il prossimo 30 ottobre.