Prospettive sull'impiegoIl mercato del lavoro resisterà nel 2024 al rallentamento congiunturale?
hm, ats
18.12.2023 - 19:00
Il mercato del lavoro svizzero dovrebbe resistere nel 2024 al rallentamento dell'economia globale. Alcune delle tendenze che hanno caratterizzato l'anno in corso, come la carenza di lavoratori qualificati, continueranno comunque anche nei prossimi mesi.
Keystone-SDA, hm, ats
18.12.2023, 19:00
18.12.2023, 19:15
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Nel 2024 la crescita del prodotto interno lordo (Pil) svizzero sarà superiore a quella degli Stati Uniti o dell'Eurozona, indica all'agenzia Awp Arthur Jurus, capo economista della banca privata Oddo BHF Svizzera. «L'economia più resistente rispetto a quella del resto del mondo permetterà quindi di mantenere il tasso di disoccupazione ai livelli attuali».
La quota dei senza lavoro calcolata dalla Segreteria di Stato dell'economia (Seco) è salita al 2,1% in novembre, ma rimane relativamente bassa rispetto ai paesi vicini. Per l'anno in corso gli stessi funzionari della Confederazione si aspettano un tasso medio del 2,0%, che salirà poi al 2,3% nel 2024.
Va anche detto che il mercato del lavoro reagisce alla situazione congiunturale con un certo ritardo. «Anche se la crescita rallenta, le aziende non adottano subito misure drastiche: aspettano di trovarsi in una situazione un po' critica prima di mettere il personale in regime di lavoro ridotto o di procedere a licenziamenti», spiega Giovanni Ferro Luzzi, professore all'Università di Ginevra.
«L'economia elvetica ha bisogno di una grande forza lavoro», sostiene Jurus, e in tal senso l'immigrazione netta rimane la variabile di aggiustamento. «La crescita della produttività è più forte della progressione dei salari e ciò rende la Svizzera più resistente in caso di rallentamento economico», argomenta lo specialista. Questa caratteristica strutturale specifica della Svizzera si sta attualmente accentuando e permette di avere ancora un tasso di disoccupazione molto basso, malgrado il continuo rallentamento globale degli investimenti delle imprese e dei consumi privati».
Secondo Ferro Luzzi la necessità di personale è ancora più sentita ora che la generazione dei baby-boomer va in pensione in numero maggiore rispetto all'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. «Si crea quindi un vuoto. Le aziende sono interessate dalla partenza di dipendenti la cui esperienza è di grande valore e che devono essere sostituiti abbastanza rapidamente da manager o dirigenti di livello inferiore».
Questo fenomeno sta accentuando la penuria di talenti in tutto il paese, sostiene Marine Conte, responsabile della comunicazione di Academic Work, società specializzata nel reclutamento di giovani professionisti a Ginevra, Losanna e Zurigo. «La carenza si fa sentire in diversi comparti, in particolare nell'informatica, ma anche in alcune professioni dell'ingegneria e dell'edilizia.
La rapida digitalizzazione di tutti i settori aziendali sta rendendo obsolete alcune competenze tecniche, prosegue l'esperta. Questa evoluzione contribuisce sempre più al fenomeno della carenza e richiede maggiori capacità di adattamento e anticipazione.
A Ginevra, Alec Allan & Associés, impresa specializzata nel reclutamento a tempo indeterminato, non vede una penuria di manodopera. Ma ha sperimentato come il mercato stia cambiando, «perché il panorama economico ginevrino è in mutamento», con un fenomeno di concentrazione, ad esempio nel settore bancario, osservano Emilie Joret-van der Giessen e Marc-Antoine Glauser, entrambi partner della società.
«Possiamo anche notare che la presenza e le dimensioni delle multinazionali si stanno riducendo, con la delocalizzazione di servizi all'estero, come le funzioni informatiche, e con l'arrivo di nuovi clienti, come entità internazionali». A loro avviso, i processi e i mandati diventano sempre più lunghi, le aziende hanno requisiti sempre più esigenti e cercano specialisti.
Le prospettive per il mercato del lavoro elvetico a breve termine rimangono comunque positive: stando all'indagine periodica diffusa in dicembre da Manpower il 44% delle imprese prevede di aumentare la propria forza lavoro nel primo trimestre 2024, il 41% di mantenere lo status quo e il 13% di diminuirla.