Finanza Esordio con il botto in borsa per Montana Aerospace: +25%

hm, ats

12.5.2021 - 12:00

Montana Aerospace produce componenti complessi.
Montana Aerospace produce componenti complessi.
Keystone

Secondo sbarco dell'anno alla borsa svizzera e seconda operazione di successo: il mercato ha accolto come nuova matricola Montana Aerospace.

Keystone-SDA, hm, ats

Si tratta di un'azienda con sede a Reinach (AG) specializzata nella fabbricazione di componenti per l'industria aeronautica, delle mobilità elettrica e dell'energia.

Nei primi scambi l'azione è stata scambiata a 29 franchi, per poi salire sino a quasi 32 franchi, ben al di sopra quindi del prezzo d'emissione fissato a 25,65 franchi: il guadagno sfiora il 25%. La capitalizzazione di mercato dovrebbe quindi essere di circa 1,4 miliardi. Il provento netto dell'arrivo in borsa è valutato a 440 milioni di franchi, denaro che l'azienda intende impiegare per finanziare la crescita futura e per espandere il suo portafoglio di clienti, tecnologie e prodotti.

La società impiega 4800 dipendenti in 28 sedi distribuite su quattro continenti, che si occupano della concezione, dello sviluppo e della fabbricazione di prodotti per tecnologie all'avanguardia basati su materiali come alluminio, titanio, rame e acciaio.

Montana Aerospace si dice convinta di poter beneficiare dei cambiamenti strutturali in atto nel settore dell'aviazione. L'azienda mira a offrire ai clienti percorsi della catena di approvvigionamento meno lunghi, tempi di consegna più brevi e costi inferiori. Nel 2019 è stato realizzato un fatturato di 783 milioni di euro (864 milioni di franchi) e un utile operativo rettificato a livello Ebitda di 102 milioni di euro; nel 2020, anno del coronavirus, i ricavi sono ammontati a 614 milioni e il risultato operativo a 45 milioni.

La società iscritta al registro di commercio dal 2019 e con una netta predominanza di manager stranieri nel consiglio d'amministrazione fa parte del gruppo Montana Tech Components, che ha già portato in borsa le controllate Varta e Aluflexpack.

La piazza di Zurigo aveva dato due settimane or sono il benvenuto a Polypeptide, società con radici svedesi e sede a Zugo specializzata nei componenti chimici per le ditte farmaceutiche. Anche in quell'occasione il prezzo che gli investitori si sono detti d'accordo di pagare per i titoli aveva superato ampiamente quello di emissione, pari a 64 franchi. Il corso si è poi mantenuto elevato: stamani l'azione di Polypeptide passa di mano a circa 80 franchi.

Quella di Polypeptide è stata la prima Ipo (Initial Public Offering) classica alla borsa elvetica dal novembre 2019, quando aveva fatto capolino l'impresa informatica SoftwareOne. I due arrivi del 2020 sono infatti frutto di altrettanti scorpori: il gigante della costruzione Implenia aveva quotato una parte del suo portafoglio edile con il nome di Ina Invest, mentre Metall Zug aveva portato in borsa la sua divisione elettrodomestici V-Zug.

La borsa svizzera aveva quindi finora mostrato assai meno dinamismo di altri mercati, in particolare di quello americano, che ha fra l'altro visto emergere la nuova moda (che nel frattempo sembra essere in parte rientrata) delle SPAC: veicoli di investimento che vedono fra l'altro protagonisti l'ex Ceo di UBS Sergio Ermotti e l'ex collega di Credit Suisse Tidjane Thiam, che hanno raccolto centinaia di milioni di dollari per i loro progetti, dopo averne incassati diverse decine a livello personale quando erano alla testa dei due istituti.

Nel frattempo si guarda già avanti: in Svizzera la terza società a sbarcare in borsa nel 2021 dovrebbe essere Trifork, un'azienda con radici danesi – ma con sede a Schindellegi (SZ) – che produce software in vari ambiti, che vanno dalla tecnologia finanziaria a quelle sanitaria. L'impresa punta inizialmente a un'Ipo in quella che è la sua vera patria, la Danimarca, per poi trovare una seconda quotazione a Zurigo. Non ha però ancora reso noto un calendario dei suoi prossimi passi.