Negli ultimi 20 anniCon l'aumento dei prezzi immobiliari, i notai ricevono il doppio dell'onorario
hm, ats
3.4.2023 - 17:01
Il doppio dell'onorario per lo stesso lavoro: i compensi dei notai sono lievitati sensibilmente negli ultimi 20 anni grazie all'aumento dei prezzi immobiliari. Ma ad approfittare della tendenza in atto sono anche i cantoni e i comuni.
Keystone-SDA, hm, ats
03.04.2023, 17:01
03.04.2023, 17:12
SDA
A puntare i riflettori sul tema è oggi, lunedì, il portale Infosperber, che avanza diversi esempi. Concretamente il notaio che due decenni or sono nel canton Berna certificava il contratto di acquisto di una casa o di un appartamento comprato per 500'000 franchi si faceva pagare 2367 franchi.
Da allora però il costo degli alloggi è raddoppiato e l'oggetto in questione costa 1 milione: questo è un bene per il legale in questione, perché per la stessa attività ora riceve 4033 franchi, in base all'ordinanza cantonale sugli onorari notarili.
Il costo arriva sino a 5600 franchi a Ginevra, ma scende invece a 1077 franchi a Zurigo e a Sciaffusa: questo si spiega con il fatto che entrambi i cantoni tedescofoni dispongono di un ufficio notarile ufficiale. Ciò significa che i notai non sono liberi professionisti, ma dipendenti cantonali.
Non lavorano però in perdita: nella risposta data anni fa a un atto parlamentare a Zurigo era emerso che le spese di 13,4 milioni venivano più che compensate con entrate da 17,5 milioni di franchi, generando quindi un guadagno di 4,1 milioni.
Malgrado ripetute richieste Infosperber non ha ricevuto dati più recenti: si può però presumere che l'aumento dei prezzi degli immobili e il conseguente incremento degli onorari notarili abbiano portato al cantone profitti ancora più elevati.
Sul tema si era occupato anche Mister Prezzi
Del tema si era occupato fra il 2007 e il 2014 anche l'ufficio di Mister Prezzi. Il preposto alla sorveglianza delle tariffe aveva condotto indagini e formulato raccomandazioni, ciò ha aveva portato a riduzioni delle tariffe nei cantoni di Zurigo, Glarona, Vallese, Argovia, Neuchâtel e Ticino.
Il tema è diventato parecchio spinoso in particolare sul Lago Lemano, dove si è verificato un boom del costo degli stabili: nel 2016 Vaud ha seguito le raccomandazioni del supervisore dei prezzi e ha abbassato le tariffe, mentre Ginevra si è rifiutato.
Mister Prezzi accoglie nel frattempo con favore il fatto che alcuni documenti e, come il contratto di matrimonio, possano essere autenticati in qualsiasi cantone. Allo stesso tempo, critica il fatto che ciò non sia possibile per le transazioni immobiliari: «Questo protezionismo cantonale è contrario alla libertà economica e al principio svizzero della concorrenza», afferma l'ufficio, citato da Infosperber.
Dieci anni or sono il Consiglio federale aveva proposto una revisione del Codice civile, che avrebbe permesso a qualsiasi acquirente di immobili di far autenticare il contratto di acquisto in qualunque cantone; ma nel frattempo il governo ha accantonato la l'idea.
L'aumento dei prezzi immobiliari
A incidere sul portafogli di chi compra casa non sono però solo gli onorari notarili: c'è anche l'imposta sul trasferimento di proprietà, abolita da alcuni cantoni, mentre altri l'hanno mantenuta. La più elevata viene pagata a Neuchâtel: è del 3,3%, pari quindi a 33'000 franchi su un immobile di 1 milione di franchi.
L'aumento dei prezzi immobiliari porta quindi anche a un incremento delle entrate fiscali. I beneficiari sono a volte i cantoni (ad esempio Zurigo, Berna e Basilea Città), a volte i comuni (ad esempio San Gallo e il Giura), a volte entrambi insieme (ad esempio Lucerna e Obvaldo). Si aggiunge poi la tassa di registro fondiario, che può arrivare fino all'1,3%.
Tutti questi balzelli si sommano. Ad esempio, per un immobile del valore di 1 milione di franchi nel canton Ginevra il nuovo proprietario deve calcolare 5600 franchi come tassa di certificazione del notaio, 1077 franchi per le piccole spese dello stesso legale, 30'000 franchi di tassa sul passaggio di proprietà, 2500 di tassa catastale: in totale oltre 39'000 franchi, cioè il 4% del prezzo d'acquisto.
Come noto esiste anche l'imposta sugli utili da sostanza immobiliare, ma in questo caso è il venditore che deve passare alla cassa.