Commercio estero Orologi, forte aumento dell'export in marzo

Le vendite di orologi svizzeri all'estero si sono presentate in forte aumento in marzo, con livelli che hanno superato quelli precedenti alla pandemia.

Stando ai dati diffusi oggi dalla Federazione dell'industria orologiera (FH) nel terzo mese dell'anno le esportazioni si sono attestate a 1,9 miliardi di franchi, il 37% in più dello stesso periodo dell'anno scorso. In termini di volumi la progressione è stata pari al 34%, con 1,2 milioni di pezzi smerciati.

FH sottolinea come un rimbalzo fosse atteso, considerato che il marzo 2020 era stato contrassegnato da un confinamento generalizzato legato al coronavirus. Il dato di quest'anno è comunque sensibilmente superiore anche a quello dello stesso mese del 2019: l'incremento supera il 7%. L'insieme del primo trimestre segna una progressione in rapporto al 2020 (+7%) e un lieve calo (-1%) in confronto all'anno prima.

A livello regionale e tornando al mese che i romani dedicavano a Marte si osserva come quattro dei sei principali mercati presentano una crescita: è il caso in particolare della Cina, primo consumatore del Made in Switzerland, che beneficia di un balzo del 101% a 313 milioni di franchi. Una robusta espansione è stata rilevata anche negli Stati Uniti (+13% a 256 milioni), a Hong Kong (+30%) e a Singapore (+22% a 110 milioni). Stabile è il Regno Unito (+0,3% a 89 milioni), mentre arretra il Giappone (-11% a 124 milioni). A seconda del mercato una forte progressione non significa necessariamente un ritorno alla normalità, mette comunque in guardia FH: si può anche assistere solo a una compensazione di importanti perdite subite in precedenza.

Uniforme ma con accenti diversi appare l'andamento delle esportazioni in relazione ai segmenti di prezzo. Gli orologi di meno di 200 franchi hanno mostrato un aumento del 41% in termini di valore, la gamma 200-500 una progressione del 53%, il comparto 500-3000 un incremento del 59% e la fascia oltre 3000 franchi un passo avanti del 31%.

hm, ats