Se le imprese sono in preda a difficoltà a causa della crisi, v'è il rischio che gli apprendisti perdano il loro posto di tirocinio. Stando a Guy Parmelin, la Confederazione ha emanato un nuovo regolamento per garantire tali posti.
Le aziende che beneficiano della disoccupazione parziale normalmente non possono assumere personale supplementare, ha spiegato il consigliere federale in un'intervista rilasciata oggi ai giornali del gruppo Tamedia. La Confederazione ha tuttavia deciso di accordare un'eccezione per quel che concerne gli apprendisti, ha aggiunto. Questo cambiamento entrerà in vigore in giugno.
Differenze regionali
La situazione sul mercato dell'apprendistato non è la stessa in tutte le regioni del Paese. Nella Svizzera tedesca, i contratti di tirocinio firmati a fine aprile erano praticamente allo stesso livello dello scorso anno, ha osservato il ministro dell'economia. La situazione è più tesa nella Svizzera latina. Nell'Arco lemanico, soltanto il 40% dei contratti sono stati conclusi rispetto al 2019, ha proseguito Parmelin.
Il consigliere federale ha precisato che queste differenze sono anche in parte dovute al fatto che i contratti di apprendistato sono stati conclusi più presto nella Svizzera tedesca ed erano quindi già stati firmati prima della crisi.
Lo Stato fornisce un sostegno finanziario per i giovani che non trovano un posto. «I posti di tirocinio non sono direttamente sovvenzionati. Ma sosteniamo i progetti dei cantoni e delle organizzazioni economiche che incoraggiano l'apprendistato», per esempio tramite «coaching e mentoring», ha spiegato ancora Parmelin.
A livello cantonale, Vaud ha già annunciato che sbloccherà sedici milioni per sostenere gli apprendisti e le imprese formatrici. Al fine di favorire le assunzioni, il cantone sovvenzionerà la metà del salario annuo degli apprendisti che inizieranno il loro cursus formativo in agosto.
Uno studio delle università di Berna e Zurigo è giunto alla conclusione che a causa della crisi del coronavirus, tra 5'000 e 20'000 contratti di tirocinio in meno saranno firmati nei prossimi cinque anni.
Rilanciare l'economia
Il ministro vodese si è pure espresso sul modo in cui rilanciare l'economia. A suo avviso, non occorre alcuna tassa o imposta supplementare al fine di preservare il potere d'acquisto. Per questo motivo il Consiglio federale ha deciso di non aumentare i contributi salariali per far fronte all'aumento degli oneri dovuti al lavoro ridotto.
Inoltre, l'abolizione dei dazi doganali sui prodotti industriali è attualmente al vaglio del Parlamento. Il progetto risale a prima della pandemia, ma risulta oggi essere un colpo di fortuna, ha aggiunto il consigliere federale.
Secondo Parmelin, così facendo si dovrebbe aumentare il potere d'acquisto dei consumatori di 350 milioni di franchi all'anno. La Confederazione attuerà un monitoraggio al fine di garantire che le economie si ripercuotano sui consumatori.
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