Come luglio, anche agosto si è confermato in recupero per il turismo elvetico, con un'affluenza ancora in netto calo, ma meno che nel periodo più duro della pandemia.
Nell'ottavo mese dell'anno i pernottamenti sono stati 3,2 milioni, il 28% in meno dello stesso periodo del 2019. Ticino e Grigioni hanno però brillato.
Stando ai dati diffusi oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST) a livello nazionale l'aumento generato dagli ospiti indigeni (+16% a 2,2 milioni) non è stato in grado di compensare la perdurante assenza in massa di stranieri (-60% a 1,6 milioni).
Il Ticino, grazie al forte afflusso di visitatori con passaporto rosso (il 77%), segna una progressione del 3,5% a 335'163 notti, con una realtà locale però assai variegata: si va infatti dal +11% di Ascona al -7% di Lugano. Anche i Grigioni (74% di svizzeri) mostrano un aumento, dell'1,5% a 614'885: e pure nel cantone trilingue soffrono però i centri, con -28% a Davos e -10% a St. Moritz. Tutte le altre regioni turistiche elvetiche sono invece in calo: spiccano i dati di Vallese (-10%), Berna (-29%), Vaud (-30%) Lucerna (-35%), Basilea (-48%), Zurigo (-65%) e Ginevra (-69%).
Per quanto riguarda i paesi di provenienza, gli ospiti più numerosi rimangono i tedeschi (387'594 notti), che presentano però una flessione sensibile, come peraltro quelli provenienti da tutti gli altri stati. Seguono francesi, olandesi, belgi, italiani (70'532 sono giunti dalla Penisola, contro 109'847 dell'agosto 2019), inglesi, austriaci, americani, spagnoli e polacchi. Praticamente assenti sono gli asiatici.
Estendendo lo sguardo sul periodo da gennaio ad agosto, il settore alberghiero svizzero ha registrato 16,5 milioni di pernottamenti (-41%): 10,6 milioni da ascrivere agli indigeni (-15%), 5,9 milioni agli stranieri (-62%).
Il Ticino ha subito una flessione del 29% a 1,6 milioni, mentre nei Grigioni il calo si è limitato al 13% a 3,4 milioni. Altrove il passo indietro è stato molto più marcato: -43% sul Lemano, -48% nella Svizzera, centrale, -64% a Zurigo.
L'annata turistica elvetica si annuncia quindi già sin d'ora da dimenticare. Eppure l'anno era partito bene, con il +6% in gennaio, confermato in febbraio. Lo scoppio della pandemia ha poi provato il -62% in marzo, il -92% in aprile, il -79% in maggio e il -62% in giugno. Luglio (-26%) a agosto (-28%) hanno mostrato un certo recupero, ma ben lungi dal poter sperare di tornare alla situazione ante-Covid.
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