Ecco perché Peter Spuhler sui grandi appalti ferroviari: «Bisogna tenere d'occhio i cinesi»

hm, ats

6.11.2023 - 15:01

Sì alla concorrenza, ma che sia equa, dice Spuhler.
Sì alla concorrenza, ma che sia equa, dice Spuhler.
Keystone

I grandi appalti ferroviari sono ancora appannaggio dei costruttori europei, ma occorre ormai tenere d'occhio i cinesi, che peraltro il loro mercato non lo aprono: lo afferma il presidente del consiglio di amministrazione (Cda) di Stadler Rail Peter Spuhler.

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Le dichiarazioni emergono da un'intervista a Finanz und Wirtschaft nel numero in edicola da oggi.

L'impresa turgoviese – ben nota anche in Ticino per i convogli Tilo, per i treni in uso sull'asse del San Gottardo e per il tram-treno della Lugano-Ponte Tresa – punta in questi ultimi tempi a fornire 200 locomotive da manovra alle ferrovie austriache ÖBB e su questa commessa è in diretta concorrenza con il colosso cinese CRRC.

Se il contratto dovesse essere firmato dall'impresa di Pechino sarebbe il primo sottoscritto dai cinesi con una una società ferroviaria pubblica in Europa.

Attenzione ai cinesi, ecco perché

Spuhler attende una decisione in merito. «La stiamo aspettando da diversi mesi», spiega alla testata zurighese. Non dobbiamo certo sottovalutare i cinesi e dobbiamo tenerli d'occhio; malgrado ciò la competizione più dura resta quella tra gli europei», aggiunge l'imprenditore. I nomi sono quelli di Alstom, Siemens, CAF.

«CRRC sta cercando di penetrare nei mercati europei attraverso una politica di bassi prezzi sovvenzionati», argomenta il 63enne laureato all'Università di San Gallo (HSG).

A suo avviso l'impresa deve però anche far fronte a problemi. «CRRC è abituata ai volumi molto elevati del mercato cinese. In Europa, invece, ogni paese ha esigenze diverse, i grandi ordini sono rari. Inoltre, ci sono processi di autorizzazione nazionali che i cinesi trovano difficili da gestire».

La Cina non ammette costruttori stranieri

«Poco bello è inoltre il fatto che la Cina è un mercato chiuso per noi europei», prosegue l'ex consigliere nazionale UDC turgoviese (1999-2012), all'epoca spesso citato come potenziale candidato al Consiglio federale.

Stadler Rail non può fare offerte nel paese guidato da Xi Jinping. «Anche se la Cina è membro dell'Organizzazione mondiale del commercio, il mercato è chiuso e inaccessibile per noi», constata il dirigente. «Non sono contrario a una dura concorrenza, ma deve essere equa e reciproca», aggiunge.

Gli altri interessi di Spuhler

Nell'intervista Spuhler parla fra l'altro anche del nuovo Ceo Markus Bernsteiner («va molto bene»), dell'andamento generale degli affari (l'impresa «è sulla buona strada») del programma di efficienza ("c'è ancora qualcosa che dobbiamo fare meglio") e della sfida rappresentata dalla forza del franco ("dobbiamo solo fare un po' di più").

Non mancano inoltre le domande relative ai molti altri interessi dell'imprenditore: come noto Spuhler ha infatti importanti partecipazioni in diverse grandi aziende, quali Rieter, Autoneum, Swiss Steel (che rischia la chiusura) e – da poco – Allreal.

Stadler Rail in fatti e cifre

Come si ricorderà Stadler Rail fa risalire le sue origini allo studio di ingegneria fondato da Ernst Stadler nel 1942 a Zurigo. Nel 1989 contava 18 dipendenti. Oggi è una realtà con un organico di 13'500 persone e stabilimenti in vari paesi.

L'impresa fabbrica una vasta gamma di materiale rotabile che va dai treni ad alta velocità ai convogli regionali, passando dai tram e dai vettori per le metropolitane. Nel 2022 ha realizzato un fatturato record di 3,8 miliardi.

La società è quotata alla borsa svizzera dal 2019; dall'inizio dell'anno la performance del titolo è del -4%. L'azione aveva esordito quattro anni or sono a circa 40 franchi e aveva poi raggiunto un massimo di 50, fino a scendere a un minimo di 26 franchi nel 2022. Oggi è scambiata a circa 32 franchi.