Speculazioni borsistiche Piccoli trader contro hedge fund? poco probabile in Svizzera

hm, ats

29.1.2021 - 16:02

A Wall Street al momento non si parla di altro.
A Wall Street al momento non si parla di altro.
Keystone

È il tema finanziario del momento: i piccoli investitori dilettanti che a Wall Street stanno mettendo in difficoltà gli hedge fund, i fondi speculativi che dominano la finanza.

Stando a un'inchiesta dell'agenzia Awp gli esperti ritengono improbabile che questo fenomeno si diffonda anche Svizzera.

Gli hedge fund hanno recentemente perso molti soldi scommettendo sul calo dei prezzi delle azioni di società come Gamestop o della catena di cinema AMC, in parte perché i piccoli trader si sono organizzati in forum online e hanno fatto salire i corsi. In gioco vi sono per lo più i cosiddetti penny stocks, vale a dire le azioni con un prezzo inferiore al dollaro.

Gli specialisti non escludono a priori che tali movimenti di prezzo possano verificarsi anche in Svizzera. «In linea di principio quanto successo è possibile ovunque», afferma Thomas Stucki, capo degli investimenti presso la banca cantonale di San Gallo. Ma la Svizzera non ha né la struttura di mercato né le aziende adatte a questi approcci.

Inoltre le vendite allo scoperto (cioè vendere azioni che non si posseggono, ma che si hanno solo prese in prestito) interessano solo una piccola parte del mercato. «Al centro non vi sono aziende come Apple: si parla di azioni con bassi volumi di scambio», spiega Stucki. Con tali titoli ci vuole poco per provocare uno sbalzo del 10%, verso l'alto o verso il basso.

Quanto successo appare piuttosto improbabile in Svizzera, conferma anche Matthias Geissbühler, responsabile investimenti di Raiffeisen. «Mancano infatti le piattaforme come RobinHood, dove il trading di fatto può essere fatto gratuitamente». Nella Confederazione gli acquisti potrebbero potenzialmente avvenire attraverso Swissquote, ma sarebbero troppo costosi.

«Anche con costi minimi, come in Svizzera, sarebbe troppo caro». RobinHood invece non costa nulla. Serve inoltre una grande massa di piccoli investitori per essere in grado di spostare i corsi. «Se ci sono dei costi, seppur minimi, non si riuscirà a raccoglierli», si dice convinto Stucki.

Anche le regole in vigore alla borsa svizzera parlano contro un tale sviluppo. Le vendite allo scoperto che non sono sostenute da un prestito di titoli non sono permesse, puntualizza Stefan Schneider, portavoce della società SIX, che gestisce il mercato elvetico. I penny stock sono un tema più negli Stati Uniti che in Svizzera e in Europa, aggiunge l'addetto stampa.

Per proteggere gli interessi degli investitori da improvvisi movimenti di prezzo vi sono anche robusti strumenti, come lo «stop valanga», che si attiva se l'intervallo di prezzo definito per uno stop trading viene superato entro un periodo di dieci minuti.

«Le transazioni appariscenti sono rintracciate e investigate», sottolinea Schneider. E l'autorità di vigilanza dei mercati finanziari Finma persegue costantemente indizi di comportamenti manipolatori del mercato,

Tuttavia la possibilità di movimenti simili a quanto avvenuto negli Stati Uniti, sebbene non forse così spettacolari, non può essere completamente esclusa. Anche in Svizzera ci sono azioni di cui si fa spesso il nome in questi ambiti: Meyer Burger, Aryzta, U-Blox, Kudelski, Autoneum, Swatch.... Tuttavia, Geissbühler sottolinea che questo elenco non è assolutamente da prendere come una raccomandazione di acquisto.

Inoltre è probabile che il fenomeno si indebolisca presto: al più tardi quando una gran parte degli speculatori avrà subito grandi perdite, spiega l'esperto. Va anche detto che le informazioni sulle vendite allo scoperto in Svizzera sono di difficile accesso, a differenza degli Stati Uniti: per questo non è facile che emerga un fenomeno di massa.

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