Covid Il Pil svizzero nel 2020 è sceso meno di quanto si pensasse

hm, ats

26.8.2021 - 11:00

Il 2020 si è concluso in modo meno negativo di quanto temuto.
Il 2020 si è concluso in modo meno negativo di quanto temuto.
Keystone

Nel 2020 la Svizzera, sulla scia del coronavirus, ha subito una contrazione economica un po' meno forte di quanto inizialmente stimato.

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Il prodotto interno lordo (PiL) è diminuito del 2,4% rispetto all'anno prima, stando ai dati comunicati oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST). La stima che finora faceva stato, quella della Segreteria di Stato dell'economia (Seco), era di un calo del 2,6%.

La marcata flessione è stata la conseguenza della pandemia di Covid-19, che ha colpito duramente alcuni settori dell'economia elvetica, ricordano gli specialisti di Neuchâtel in un comunicato odierno. È venuto in particolare a mancare il ruolo di sostegno normalmente svolto dai consumi delle economie domestiche: la spesa in questo campo si è infatti contratta del 3,7%, un dato mai registrato dopo la Seconda guerra mondiale. Anche gli investimenti sono diminuiti in modo marcato: -1,8%.

In base alle tabelle dell'UST il Pil 2020 si è attestato a 706 miliardi di franchi, contro i 727 miliardi del 2019. I principali componenti sono rappresentati dalle attività manifatturiere (128 miliardi, -3%), dal commercio e riparazione di veicoli (104, +2,1%), dall'amministrazione pubblica (73, +2,3%), nonché dalla sanità e assistenza sociale (55, -0,7%).

Sempre a livello di singoli comparti spiccano gli arretramenti dei servizi di alloggio e ristorazione (-42%) nonché quelli artistici e di intrattenimento (-26%). Un sostegno al Pil è stato invece fornito dall'industria chimico-farmaceutica (+5%), dal commercio (+2%) e dai servizi finanziari (+6%).

In linea con la contrazione del Pil è anche la flessione del reddito nazionale lordo (RNL), che misura la somma dei redditi netti percepiti dalle unità residenti, risultato in diminuzione del 2,9% nel 2020. La contrazione è riconducibile ai forti cali dei redditi da capitale (interessi e dividendi) versati all'estero (-16%) o ricevuti da oltre frontiera (-18%).

Se la congiuntura nel 2020 si è contratta, la produttività oraria del lavoro è per contro salita, nella misura dell'1,4%. Le misure sanitarie, che riguardavano essenzialmente i contatti tra le persone, hanno quindi avuto un impatto maggiore sui proventi da lavoro che sulla produzione, osservano gli esperti dell'UST. In effetti la flessione del numero delle ore di lavoro effettive (-3,7%) è superiore alla diminuzione del PIL (-2,4%). «Ciò suggerisce che l'economia svizzera ha potuto contare su metodi innovativi per limitare le ripercussioni negative delle restrizioni sul buon funzionamento dell'apparato produttivo», commenta l'UST.

In occasione della pubblicazione della prime stima del Pil per il 2020, l'organismo fondato nel 1860 sulla scia dell'impulso fornito in particolare dal consigliere federale Stefano Franscini (1796-1857) ha ritoccato anche leggermente i dati del 2018 e del 2019: nel primo caso la progressione è ora valutata al +2,9% (-0,1 punti rispetto a prima), nel secondo a +1,2% (+0,1 punti).