Assemblea azionisti Il presidente di Credit Suisse: «C'è ancora da fare»

hm, ats

1.10.2021 - 19:00

António Horta-Osório vuole maggiore consapevolezza nella gestione dei rischi.
António Horta-Osório vuole maggiore consapevolezza nella gestione dei rischi.
Keystone

Credit Suisse ha fatto grandi passi avanti dopo gli errori che per la banca hanno comportato perdite miliardarie, ma c'è ancora parecchio lavoro da compiere.

Keystone-SDA, hm, ats

È questo in estrema sintesi il messaggio lanciato dal nuovo presidente del consiglio di amministrazione (Cda) António Horta-Osório durante l'odierna assemblea straordinaria degli azionisti.

«Abbiamo creato una maggiore consapevolezza volta a far sì che ogni dipendente della banca si senta nel proprio cuore un gestore del rischio», ha affermato il manager con doppia nazionalità portoghese e britannica in carica dallo scorso aprile. «Lo considero un progresso significativo degli ultimi cinque mesi, ma voglio anche sottolineare che c'è ancora molto da fare nei prossimi mesi e nel prossimo futuro».

«Credit Suisse ha raggiunto un punto cruciale», ha proseguito il 57enne ex Ceo del gruppo bancario inglese Lloyds. L'istituto deve ora imparare le giuste lezioni dal passato: la gestione del rischio è di cruciale importanza, ha sottolineato il presidente. Come noto la seconda banca elvetica quest'anno ha subito perdite miliardarie a causa dei dissesti della società anglo-australiana Greensill Capital e dell'americana Archegos Capital.

«I nostri processi e la nostra organizzazione sono stati rivisti per porre una maggiore attenzione sulla responsabilità individuale», ha osservato il dirigente con studi a Lisbona e (più tardi in carriera) a Harvard. Come parte della regolazione della propensione al rischio, la banca creerà anche nuovi incentivi, ha promesso. Progressi sono stati compiuti anche nell'elaborazione della strategia: entro fine anno saranno resi noti la visione a lungo termine e i piani di medio periodo.

Horta-Osório ha pure ancora una volta difeso il Ceo Thomas Gottstein, nei cui confronti non sono mancate le critiche negli scorsi mesi. «Gode del pieno sostegno del consiglio di amministrazione», ha detto. Sui rapporti fra i due vi sono stati tante voci: vi è anche chi – come il Financial Times – ha sostenuto che Horta-Osório punterebbe ad assumere la guida operativa della società. Lo stesso presidente ha smentito questa tesi in un'intervista pubblicata domenica scorsa dal SonntagsBlick.

L'assemblea generale straordinaria odierna era stata indetta per portare due nuovi manager nel Cda: Axel Lehmann, ex numero uno di UBS Svizzera ed ex responsabile gestione rischi di Zurich, e Juan Colombas, attualmente membro dell'organo di sorveglianza della banca olandese ING e fra il 2011 e il 2020 a sua volta responsabile dei rischi presso l'istituto inglese Lloyd, quando Horta-Osório dirigeva la società. Le nomine sono risultate indiscusse: il primo è stato eletto con il 98,9% dei voti, il secondo con il 98,8%. A causa della pandemia l'assemblea si è svolta senza la partecipazione personale degli azionisti, invitati a votare in anticipo conferendo la delega a un rappresentante indipendente.

La storia della banca è peraltro costellata da innumerevoli assemblee azionarie. Credit Suisse – la ragione sociale del gruppo risale al 1997 – venne infatti fondata nel 1856 a Zurigo quale Schweizeriche Kreditanstalt (Credito Svizzero, CS) da Alfred Escher (1819-1882), l'imprenditore che come noto ebbe un ruolo di primissimo piano anche nella costituzione di altri pilastri epocali elvetici quali il Politecnico federale e la ferrovia del San Gottardo. Il nome CS è anche legato a uno dei più grandi scandali bancari della Confederazione, quello che interessò la filiale di Chiasso – riciclaggio di capitali in fuga dall'Italia – e che scoppiò nel 1977, con ripercussioni sull'intero settore elvetico. Oggi Credit Suisse è uno dei maggiori fornitori di servizi finanziari a livello mondiale, una realtà con oltre 49'000 dipendenti.