Rallentamento rincaro Prezzi alla produzione e all'importazione in calo

hm, ats

14.9.2023 - 11:00

A incidere è soprattutto la flessione dei prezzi all'importazione.
A incidere è soprattutto la flessione dei prezzi all'importazione.
Keystone

Si confermano i segnali di rallentamento del rincaro: in agosto i prezzi alla produzione e all'importazione sono scesi (su base annua) dello 0,8%, dopo il -0,6% di luglio e pure il -0,6 di giugno.

14.9.2023 - 11:00

Nell'ottavo mese dell'anno il relativo indice calcolato dall'Ufficio federale di statistica (UST) si è attestato a 108,7 punti, registrando una flessione dello 0,2% rispetto a luglio, emerge dalle tabelle pubblicate oggi.

Nel dettaglio, per quanto riguarda il dato sui soli prezzi alla produzione – che mostra l'evoluzione dei prodotti indigeni – si è assistito rispettivamente a una contrazione dello 0,4% (mese) e a un incremento dell'1,0% (anno), con un indice a 107,4 punti.

Nel confronto con luglio sono diventati più a buon mercato soprattutto i farmaci; in calo sono anche le tariffe dell'elettricità per i grandi consumatori.

Il secondo sottoindice, quello dei prezzi all'importazione, presenta l'evoluzione opposta: una progressione mensile dello 0,1% e un decremento annuo del 4,1%, con un valore a 111,7 punti.

Si è fra l'altro dovuto pagare di meno – nel paragone mensile – per petrolio greggio e gas naturale; prezzi in flessione sono stati osservati anche fra l'altro per i prodotti chimici e gli articoli farmaceutici di base.

L'indice dei prezzi alla produzione e all'importazione è un indicatore congiunturale che riflette l'andamento dell'offerta e della domanda sui mercati dei beni, spiegavano tempo fa gli specialisti dell'UST di Neuchâtel.

Il dato è considerato un parametro importante per capire lo sviluppo dei prezzi al consumo (cioè l'inflazione), poiché i costi di produzione sono normalmente trasferiti sui prodotti finali. Tuttavia mostra oscillazioni significativamente più marcate ed è molto più volatile a causa della forte dipendenza dalle materie prime.

A titolo di confronto, in Svizzera l'inflazione si è attestata in agosto al +1,6%, lo stesso dato di luglio e valore lievemente inferiore al +1,7% di giugno, quando era scesa per la prima volta nel 2023 sotto la soglia del 2%.

Nel 2022 il rincaro è stato del 2,8%: il dato, unito a una crescita dei salari reali limitata allo 0,9%, ha comportato per i lavoratori dipendenti la più grave perdita di potere d'acquisto dai tempi della Seconda guerra mondiale.

Seppur in rallentamento la fase di crescita dei prezzi non sembra peraltro destinata a finire in tempi brevi: le previsioni del rincaro per l'insieme del 2023 avanzate da autorità, banche e istituti vari sono comprese fra il 2,2% e il 2,7%. Per quanto riguarda i dodici mesi successivi le stime si muovono in una fascia fra l'1,2% e il 2,5%.

hm, ats