InvernoI prezzi alti non scoraggiano i turisti, s'è ottimisti per la stagione di sci
bt, ats
23.12.2022 - 12:01
Malgrado l'aumento dei prezzi, la stagione invernale 2022/23 si prospetta di successo per le destinazioni sciistiche svizzere. Ci si attende infatti un incremento degli ospiti non solo rispetto a un anno fa, ma anche in confronto al periodo pre-pandemico.
bt, ats
23.12.2022, 12:01
23.12.2022, 12:15
SDA
Gli attuali livelli di prenotazione fanno ben sperare gli esercenti e il rincaro non sembra essere in grado di frenare questa euforia. «L'inflazione non ha praticamente alcun impatto sul turismo invernale svizzero», rivela Svizzera Turismo all'agenzia AWP, che ha analizzato la situazione alla vigilia delle festività.
Secondo l'associazione, le mete alpine sperano di ottenere l'1,5% di pernottamenti in più di dodici mesi fa e l'1% in più rispetto al 2018/19, l'ultima stagione fredda totalmente immune dal Covid. A spingere la crescita sono in particolare gli stranieri, la cui presenza stando alle stime dovrebbe salire del 18%.
Gli svizzeri, che avevano mandato avanti la baracca in tempi di coronavirus, sembrano invece aver raggiunto il loro picco. Nei Grigioni ad esempio, pur restando a un livello elevato, si prevede una diminuzione dei pernottamenti da parte dei cittadini elvetici. Globalmente, il calo è atteso poco sotto al 6%.
Inflazione minore che altrove
Il rincaro comunque c'è e si farà sentire: sempre secondo le cifre di Svizzera Turismo, le ferrovie di montagna parlano di aumenti dei prezzi fino al 5%, gli alberghi nei peggiori casi addirittura del 10%. A livello di alloggi, un sondaggio condotto nei Grigioni rivela impennate intorno al 6% nel paragone con l'inverno 2019/20.
Tuttavia, a favore della Svizzera gioca il fatto che negli altri Paesi l'inflazione è persino maggiore. Il resto d'Europa è dunque messo ancora peggio, il che dà un leggero vantaggio concorrenziale alle mete elvetiche.
Nonostante il trend, la clientela svizzera resta predominante, davanti a quella europea. Americani, brasiliani e cittadini degli Stati del Golfo stanno però tornando in grande stile. Il fatto che il Mondiale di calcio, chiusosi domenica in Qatar, si sia eccezionalmente svolto in inverno, non è stato un problema: da un lato perché l'impatto dei turisti arabi si fa sentire soprattutto in estate, dall'altro perché la manifestazione si è tenuta all'inizio della stagione.
Diversa per contro la situazione della Cina. Le rigide politiche in materia di lotta al Covid hanno bloccato l'afflusso di ospiti dal gigante asiatico e anche ora che Pechino ha allargato le maglie dei controlli le previsioni rimangono incerte. Fare pronostici precisi è impresa impossibile, ma una ripresa completa appare utopia prima del 2026.