Epidemia e lavoroLe prospettive d'impiego migliorano
ATS
8.9.2020 - 15:05
Le prospettive d'impiego migliorano in Svizzera, rispetto a qualche mese or sono, ma rimangono più deboli di quanto fossero l'anno scorso: lo rileva l'ultimo barometro Manpower, che mette anche in luce la propensione delle imprese a favorire il telelavoro.
A livello elvetico il 12% delle 452 aziende interrogate fra il 15 e il 28 luglio nell'ambito di un sondaggio intende assumere personale nel periodo ottobre-novembre, un analogo 12% punta a ridurre l'organico, il 72% non prevede cambiamenti e il 4% si astiene.
Lo scarto fra le due prime posizioni è pari a zero: dopo la correzione delle variazioni stagionali la cosiddetta previsione netta sull'occupazione per il quarto trimestre 2019 risulta essere del +1%, informa in un comunicato odierno la multinazionale specializzata nelle risorse umane. Il dato è di 7 punti migliore dei tre mesi precedenti, ma di 4 punti inferiore nella comparazione annua.
Nel terzo trimestre l'indicatore, sulla scia delle conseguenze della pandemia di coronavirus, aveva subito un crollo di 10 punti sui tre mesi e di 15 punti nei confronti del corrispondente periodo del 2019, scendendo al livello più basso da quando il parametro è stato lanciato nella Confederazione, vale a dire dal 2005.
«Nonostante le incertezze causate dalla situazione sanitaria in Svizzera e nella maggior parte dei paesi del mondo, i datori di lavoro elvetici dimostrano che possiamo avere fiducia nella solidità del mercato interno», afferma Gianni Valeri, dirigente di Manpower Svizzera, citato nella nota. «Stiamo già assistendo a perdite di impieghi e a ristrutturazioni aziendali, ma i risultati della nostra indagine danno motivo di sperare che i tagli possano non essere così massicci come alcuni scenari hanno suggerito».
A livello regionale va sottolineato il dato del Ticino, pari a -2%, il secondo peggiore fra le sette grandi regioni analizzate (+12 punti rispetto al trimestre precedente, -7 punti sull'anno). È comunque in sensibile recupero rispetto al risultato di tre mesi or sono, il più negativo mai osservato nel cantone italofono in 15 anni di rilevamenti.
Ancora più in rosso è la zona della Svizzera Nord Occidentale (-5%), che comprende Basilea, e un'atmosfera negativa aleggia ancora anche nella regione del Lemano (-1%). Migliore si presenta la situazione nella Svizzera Orientale (+2%), in cui si inseriscono i Grigioni, nella Svizzera Centrale (+3%), a Zurigo (+6%) e nell'Espace Mittelland (pure +6%).
Il settore dove il pessimismo è più marcato è quello manifatturiero (-5%), seguito da ramo alberghiero e della ristorazione (-3%), costruzione (-3%), commercio (-3%). In contro tendenza sono i servizi finanziari e legati alle imprese (+3%).
Interessante, anche in ottica ticinese, è lo sguardo al di là della frontiera: la previsione netta sull'occupazione è positiva in Francia (+3%) e Germania (+2%), mentre è negativa in Italia (-1%), e Austria (-1%). Andando più lontano, vanno osservati con attenzione i valori di Stati Uniti (+14%) e Cina (+4%). In cima alla classifica figura Taiwan (+20%). Lanciata oltre 50 anni or sono negli Stati Uniti, l'indagine di Manpower si è estesa nel frattempo a 43 paesi e territori.
I datori di lavoro sono stati peraltro anche interrogati sulla situazione legata alla pandemia. In Svizzera il 26% di loro si aspetta di tornare a un'attività di assunzione simile a quella del 2019 e degli anni precedenti entro la fine dell'anno, ma il 39% ritiene che la loro impresa non ritroverà mai i livelli pre-Covid-19.
Il campione è stato interrogato anche sulle conseguenze della crisi in relazione alla scelta della modalità di lavoro. Il 57% delle aziende prevede di offrire ai propri dipendenti la possibilità di lavorare a distanza per una parte del loro tempo, una quota assai maggiore del 39% riscontrato nella media mondiale. Il 17% dei datori di lavoro elvetici prevede addirittura di dare ai propri team la possibilità di svolgere il 100% del loro lavoro a domicilio.