FiscalitàIl PS annuncia il referendum contro l'abolizione del bollo sul capitale proprio
cp, ats
18.6.2021 - 11:11
Il referendum era stato minacciato già durante i dibattiti e ora è realtà: il Partito socialista (PS) intende combattere la decisione delle camere, caduta durante la sessione estiva appena conclusasi, di abolire la tassa (bollo) sull'emissione di capitale proprio.
cp, ats
18.06.2021, 11:11
18.06.2021, 11:23
SDA
Il progetto era sospeso agli Stati dal 2013 – non è un mistero che la destra, UDC e PLR in testa, da anni aneli all'abolizione dei diritti di bollo – ed è stato rilanciato nell'autunno scorso in seguito alla pandemia allo scopo di agevolare le imprese indebolite dalla crisi. Ma per i socialisti, che temono un'erosione della base imponibile, tale novità arride solo ai «ricchi».
In una nota diramata poco dopo la votazione finale odierna del Parlamento, il PS ha denunciato i profittatori che saccheggiano la casse dello Stato in vista della fine dell'emergenza pandemica. Il settore finanziario e le grandi imprese potranno arraffare miliardi a scapito dei salariati. La riforma avrà come conseguenza un calo delle entrate di 250 milioni di franchi l'anno, secondo la sinistra. Stando alla nota, un'abolizione totale causerebbe una perdita fiscale di 2,2 miliardi ogni anno, a fronte di spese causate dalla crisi di 30 miliardi.
Il diritto di bollo sull'emissione di capitale proprio è una tassa che colpisce chi vuole investire nelle aziende. Stando ai fautori della sua obliterazione, la crisi spingerà molte imprese ad aumentare il capitale proprio per assorbire le perdite, ragion per cui è importante non penalizzare questi sforzi, anche per assicurarsi il rimborso dei prestiti Covid-19.
Nel corso del recente dibattito alla Camera dei Cantoni, la sinistra si era opposta con forza. A suo dire sarebbe irresponsabile rinunciare a entrate fiscali in un momento in cui la crisi pandemica ha portato a un enorme aumento della spesa pubblica. Esponenti del PS avevano avvertito che una simile misura avrebbe avuto poche possibilità di essere accettata dalla popolazione.
Il ministro delle finanze Ueli Maurer aveva invece difeso la riforma sostenendo che non vi fosse momento migliore per rilanciare il progetto, alla luce anche della riforma fiscale allo studio dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE, armonizzazione della tassazione a livello mondiale delle grandi imprese, n.d.r). La Svizzera dovrà trovare il modo di trattenere e attrarre le aziende nel Paese, aveva affermato.
Ricordiamo che nel corso della sessione autunnale del 2020, il Nazionale aveva deciso di rilanciare il dossier, ma di strettissima misura, con 93 voti a 92 e un'astensione.