Acquisti eccessivi online Ragazzino spende 615 franchi in gemme videogioco gratis

hm, ats

27.1.2021 - 16:01

Dietro ai giochi gratis possono celarsi trappole finanziarie non indifferenti.
Dietro ai giochi gratis possono celarsi trappole finanziarie non indifferenti.
Keystone

Un ragazzino spende 615 franchi per comprare gemme virtuali in un gioco online di per sé gratuito e dopo le proteste del padre Apple punta i piedi, rimborsando la somma solo dopo l'intervento del giornale consumeristico elvetico K-Tipp.

Il giocatore in questione, residente a San Gallo, aveva ricevuto un buono Apple dal valore di 100 franchi per il suo 11esimo compleanno, riferisce il periodico nella sua edizione odierna. L'ha usato sul suo Ipad nell'app Brawl Stars, un gioco online in cui i personaggi combattono tra loro e il vincitore riceve delle gemme virtuali, che possono essere utilizzate per migliorare caratteristiche e abilità.

In ossequio alla strategia di marketing nota come freemium (parola formata da free e premium: si offre cioè gratuitamente la versione di base, per poi far pagare le funzionalità aggiuntive) le gemme possono però anche essere acquistate. Ed è quello che il ragazzino ha fatto ripetutamente. Una volta ne ha comprate 360 per 20 franchi, un'altra 2000 per 100 franchi, poi sono seguiti ulteriori acquisti.

L'applicazione ha prima detratto gli importi dal suo buono e quando questo è stato consumato Apple ha addebitato la carta di credito del padre, per un totale di 615 franchi. Il numero della carta era stato inserito per pagare l'abbonamento del figlio a iCloud, dove memorizzava i suoi dati.

Il genitore si è lamentato della cosa con Apple, senza però riuscire a riavere i soldi. Solo quando K-Tipp si è interessato al caso è scattato il rimborso. Stando a un portavoce di Apple ciò è avvenuto «a titolo eccezionale e come gesto di buona volontà», afferma il giornale per consumatori.

Secondo K-Tipp non si può invece parlare di condiscendenza da parte della controparte: il rimborso era legalmente dovuto. Questo perché i minorenni possono stipulare contratti vincolanti solo nei limiti della loro paghetta: ciò significa che gli importi previsti da un contratto non possono superare quelli delle piccole somme di denaro che ricevono. Per somme più elevate i genitori devono essere espressamente d'accordo affinché il contratto sia giuridicamente valido.

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