La proposta di Ethos Scorporare e quotare l'unità elvetica di Credit Suisse?

hm, ats

19.10.2022 - 16:01

Credit Suisse non è solo grande finanza: ha anche un ruolo di primo piano nel tessuto economico elvetico.
Credit Suisse non è solo grande finanza: ha anche un ruolo di primo piano nel tessuto economico elvetico.
Keystone

Scorporare le attività elvetiche di Credit Suisse (CS), per poi quotarle separatamente in borsa e riguadagnare in tal modo la fiducia degli investitori: è la proposta di Ethos, fondazione che consiglia le casse pensioni.

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«La banca elvetica ha buone competenze, soprattutto nelle attività di prestito alle piccole e medie imprese», afferma Ethos in dichiarazioni riportate dall'agenzia Afp. «Uno sbarco in borsa sarebbe una buona soluzione», oltre tutto «rapida da attuare», in quanto una manovra di tal tipo «era stata decisa e preparata nel 2016, prima che il consiglio di amministrazione cambiasse idea».

Come noto CS è organizzata in quattro divisioni: Swiss Bank, Wealth Management, Investment Bank e Asset Management. Quando si trovava sotto la guida di Tidjane Thiam, presidente della direzione fra il marzo 2015 e il febbraio 2020, l'istituto aveva preso in considerazione una quotazione dell'unità elvetica per raccogliere fondi volti a finanziare una ristrutturazione. Aveva però alla fine optato per un aumento di capitale che aveva raccolto 4 miliardi di franchi.

Da allora la banca è stata scossa da ripetute disavventure: in particolare il fallimento nel marzo 2021 della società finanziaria britannica Greensill Capital, in cui erano stati impegnati 10 miliardi di dollari attraverso quattro fondi, e l'implosione – nello stesso mese del medesimo anno – di Archegos Capital Management, il family office (cioè una società che gestisce uno o più patrimoni familiari) di un finanziere newyorkese di origine coreana, che è costata circa 5 miliardi di dollari a CS.

Secondo Ethos l'entrata in borsa della filiale svizzera «invierebbe un forte messaggio al mercato» e sarebbe «un modo per concretizzare il cambiamento di strategia». La quotazione consentirebbe inoltre agli investitori a lungo termine – come i fondi pensione – di «continuare a investire in Credit Suisse senza essere esposti ai rischi dell'investment banking».

Nei giorni scorsi si è parlato di una possibile dismissione dell'unità svizzera, una delle tante voci circolate nelle ultime settimane. Vi sarebbe anche l'opzione di una cessione di altri segmenti di attività, a partire da quote del portafoglio crediti e dell'investment banking. La banca non ha però mai commentato nessuna di queste speculazioni, ribadendo sempre che è in corso una revisione strategica i cui risultati saranno comunicati fra una settimana, il 27 ottobre, in concomitanza con i dati relativi al terzo trimestre.

Intanto nelle ultime sedute in borsa il titolo Credit Suisse sta proseguendo il suo recupero: oggi guadagna circa l'1%, in un mercato orientato a un ribasso frazionale, e viene scambiato oltre i 4,60 franchi. Rispetto al minimo storico assoluto di 3,52 franchi registrato lo scorso 3 ottobre il valore ha riguadagnato più del 30%. La performance da inizio gennaio rimane comunque tuttora da dimenticare: -48%.