Epidemia e impiegoSeco: disoccupazione salirà ancora
ATS
7.5.2020 - 11:35
La disoccupazione salirà ulteriormente in Svizzera, ma a ritmi meno sostenuti rispetto a quanto osservato nelle ultime settimane: la previsione è di Boris Zürcher, direttore della divisione lavoro presso la Segreteria di Stato dell'economia (Seco).
Per l'insieme del 2020 il tasso sarà «nettamente superiore al 4%«, ha spiegato in una teleconferenza in cui ha commentato i dati sulla disoccupazione nel mese di aprile (153'000 senza lavoro, quota del 3,3%) diffusi oggi dai suoi funzionari. «In alcuni mesi il tasso potrebbe raggiungere il 5%, ciò che equivarrebbe a oltre 200'000 disoccupati».
«Considerata l'ampiezza e la gravità del crollo economico era prevedibile un aumento della disoccupazione», ha osservato Zürcher. Attualmente praticamente nessuna azienda recluta personale. Tanto più che le ditte con almeno parte dell'organico in lavoro ridotto di solito non sono autorizzate ad assumere.
Come noto il lavoro ridotto ha raggiunto proporzioni definite storiche. 1,92 milioni di persone sono pre-registrate, il che corrisponde al 37% della forza lavoro. Quote significativamente superiori alla media sono state osservate nei settori della ristorazione (76%), dell'edilizia (52%) e dell'industria (48%).
Zürcher valuta positivamente questo stato di cose. «La domanda straordinariamente elevata di lavoro ridotto dimostra la forte volontà delle aziende di mantenere l'occupazione», ha affermato. «Questo è un segnale straordinariamente buono».
A suo avviso ci si sarebbe potuti aspettare un aumento molto più marcato della disoccupazione a metà marzo, quando l'economia è stata rallentata dalle misure prese per contenere la diffusione del coronavirus. È positivo il fatto che non si sia finora concretizzata un'ondata di licenziamenti su tutta la linea.
Zürcher sottolinea però che il lavoro ridotto è un provvedimento temporaneo, «una scommessa sul futuro». La disoccupazione parziale serve a mantenere le maestranze durante una crisi. In altre parole, se l'economia non si riprenderà, i suoi effetti si ridurranno e ci saranno ancora licenziamenti: la disoccupazione supererebbe in tal caso le attuali previsioni. «Al momento, tuttavia, stiamo ipotizzando che potremmo cavarcela con un semplice occhio nero».
L'alto funzionario ha messo peraltro in guardia le imprese dal rimanere troppo a lungo in modalità confinamento. Le aziende dovrebbero fare tutto il possibile per riaprire le loro attività: non è giustificato affermare che vale la pena o che non si ha voglia di farlo. Inoltre la Seco ha sollevato obiezioni contro le autorizzazioni cantonali per il lavoro ridotto in 438 casi: in particolare nel settore pubblico, perché non vi è alcun rischio di licenziamento e quindi nessun diritto a un'indennità.
Zürcher ha anche sottolineato che i costi di tutte queste misure sono immensi. Attualmente si stima che le spese per la disoccupazione raggiungeranno circa 20 miliardi di franchi nel 2020, a fronte di 6-7 miliardi di franchi in anni normali. Per questo motivo vi sono anche piani per garantire un finanziamento supplementare della cassa disoccupazione: se il debito dovesse raggiungere un certo livello i contributi andrebbero aumentati.
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