Svizzera «Verso il più importante crollo delle attività produttive dal 1975»

ATS

23.4.2020 - 16:12

La SECO ha rivisto fortemente le sue stime per l'anno in corso.
La SECO ha rivisto fortemente le sue stime per l'anno in corso.
Source: Keystone/GIAN EHRENZELLER

La Segreteria di Stato dell'economia (SECO) rivede drasticamente al ribasso le stime per il prodotto interno lordo (PIL) svizzero del 2020: a fronte del -1,5% pronosticato appena il 19 marzo si aspetta ormai una contrazione del 6,7% al netto degli eventi sportivi.

Si tratterebbe del più importante crollo delle attività produttive dal 1975, afferma la SECO in un comunicato.

Le misure precauzionali adottate da autorità, imprese e privati per evitare contagi da coronavirus smorzeranno con ogni probabilità la propensione al consumo, tanto che complessivamente nel 2020 i consumi privati (-7,5% a fronte di un -0,5% in marzo) potrebbero diminuire in misura ancora più drastica rispetto al calo del PIL.

L'inflazione è attesa al -1,0% invece che al -0,4%.

La difficile situazione potrebbe perdurare a lungo

La difficile situazione a livello globale potrebbe perdurare a lungo, e ciò si ripercuoterebbe sul commercio estero: per le esportazioni è atteso un calo del 10,7% (contro il -4,9% stimato il mese scorso) e per le importazione una flessione del 12,7% (-5,8%).

Lo sfruttamento estremamente ridotto delle capacità produttive e il clima di grande incertezza potrebbero comportare poi un forte calo degli investimenti (-16,0% invece che -5,0% in macchinari e attrezzature e -1,5% invece che +0,4% nelle costruzioni) e dell'occupazione (-1,5% al posto di un -0,5%). Il tasso di disoccupazione medio annuo si attesterebbe al 3,9% a fronte del 2,8% pronosticato in marzo e del 2,3% registrato nel 2019.

A condizione che i provvedimenti di politica sanitaria siano ulteriormente allentati, che non si verifichino ulteriori forti ondate pandemiche che costringano a prendere provvedimenti di contenimento analoghi a quelli attuali e che gli effetti economici di secondo impatto come licenziamenti, perdite creditizie e fallimenti aziendali siano limitati, la lenta ripresa dell'economia svizzera potrebbe continuare nel 2021.

PIL 2021 non sarà ancora a livelli 2019

Il gruppo di esperti della Confederazione si aspetta per l'anno prossimo una progressione del PIL del 5,2% (previsione di marzo: +3,3%) – un aumento relativamente lento a partire da un livello molto basso che non permetterà di tornare entro la fine del 2021 al livello del PIL della fine del 2019.

La disoccupazione potrebbe salire al 4,1% (era previsto un 3,0% in marzo), mentre l'aumento dell'occupazione sarebbe contenuto (+0,2% a fronte di un +1,1%). Ciononostante i consumi privati dovrebbero aumentare del 6,5%, più del 2,4% anticipato in marzo. Il tasso d'inflazione è atteso al -0,5% invece che al +0,2%.

Gli investimenti in costruzioni non segneranno variazioni (mentre il mese scorso era ancora previsto un +0,6%), quelli in macchinari e attrezzature dovrebbero salire solo del 3,0% al posto che del 7,5%. Le esportazioni dovrebbero invece crescere più fortemente (+9,6% invece che +7,2%). Lo stesso vale per le importazioni (+8,4% invece che +7,5%).

La SECO sottolinea comunque quanto sia difficile formulare previsioni: la ripresa economica potrebbe essere più rapida del previsto o, al contrario, più lenta qualora la pandemia e i relativi provvedimenti di contenimento dovessero durare più a lungo.

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