C'è pessimismoLa SECO corregge la stima del PIL e vede un aumento dell'inflazione
hm, ats
15.6.2022 - 10:01
La guerra in Ucraina e l'indebolimento congiunturale in Cina inducono la Segreteria di Stato dell'economia (Seco) a correggere lievemente al ribasso le previsioni di crescita in Svizzera, rivedendo per contro al rialzo i pronostici relativi all'inflazione.
Keystone-SDA, hm, ats
15.06.2022, 10:01
15.06.2022, 10:18
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Nel 2022 il gruppo di esperti della Confederazione si aspetta che il prodotto interno lordo (Pil) aumenterà del +2,8%, contro il +3,0% stimato in marzo. Per il 2023 il pronostico viene abbassato dal +1,7% al +1,6%, ha indicato oggi la Seco.
Corretto dall'impatto degli eventi sportivi, che incidono sensibilmente perché in Svizzera hanno sede le ricchissime federazioni internazionali, la progressione sarà del +2,6% quest'anno e del +1,9% nei dodici mesi successivi (+2,8% e +2,0% nella stima di tre mesi or sono).
Da parte loro i prezzi al consumo dovrebbero fare un balzo del 2,5% nel 2022 – in netta accelerazione rispetto al +0,6% dell'anno scorso – a fronte della previsione precedente di +1,9%. Il rincaro dovrebbe poi decelerare al +1,4% nel 2023, un dato comunque assai più elevato del +0,7% ipotizzato nel terzo mese dell'anno.
L'economia svizzera ha iniziato positivamente il 2022 ma le prospettive sul piano internazionale appaiono ora meno rosee: gli effetti della guerra in Ucraina potrebbero essere più forti di quanto previsto. I prezzi dei principali beni d'esportazione russi e ucraini, in particolare petrolio, gas, alimenti di base e mangimi, hanno registrato un'impennata. La pressione inflazionistica che ne deriva sta pesando sulla domanda dei principali partner commerciali, con effetti frenanti sui settori più esposti dell'economia elvetica. Inoltre la Cina ha adottato misure anti-Covid di ampia portata: di conseguenza la sua dinamica economica dovrebbe risultare nettamente più debole.
L'aumento dell'incertezza, le difficoltà dei rifornimenti e l'andamento dei prezzi pesano sull'attività di investimento. L'economia svizzera dovrebbe comunque continuare sulla strada della ripresa dalla crisi del coronavirus, con una crescita del Pil peraltro superiore alla media pluriennale. Affinché ciò si verifichi è però necessario che i maggiori partner commerciali non vadano incontro a una forte recessione e soprattutto che non vi siano gravi problemi di approvvigionamento energetico o di materie prime in Europa. Se invece dovesse verificarsi proprio questo scenario l'economia svizzera subirebbe un duro contraccolpo, mettono in guardia gli specialisti.
Oltre che al conflitto in Ucraina e ai pericoli di recessione la Seco ravvisa anche rischi legati ai tassi d'interesse: con il loro aumento vi potrebbero essere tensioni associate alla forte crescita del debito internazionale. E con queste progredisce pure la probabilità di correzioni sui mercati finanziari. Anche il settore immobiliare continua a essere soggetto a rischi, sia a livello nazionale che internazionale.
Infine non sono da escludere altre ricadute dovute alla pandemia, ad esempio in seguito alla comparsa di nuove varianti del coronavirus. In particolare vi è il rischio che le nuove misure adottate dalla Cina per contrastare la pandemia, fortemente restrittive, si ripercuotano negativamente sull'economia internazionale.